Si chiama Aegis, ovvero Autonomous Exploration for Gathering Increased Science, il software che ha indirizzato il rover Nasa Curiosity, e in particolare lo strumento ChemCam, verso gli obiettivi ritenuti di interesse per ben 54 volte dal 2016. La ChemCam è un sistema cosiddetto Libs (laser induced breakdown spectroscopy, una tecnica che permette di effettuare analisi sia qualitative che quantitative) che può individuare una roccia a distanza di 7 metri e vaporizzarne una piccola quantità per analizzare lo spettro della luce emessa usando la micro-imaging camera con campo visivo di 80 microradianti.
In un articolo uscito su Science Robotics vengono descritti gli eccezionali risultati ottenuti da Aegis, che si è dimostrato fondamentale nel guidare il rover in giro per il Pianeta rosso, soprattutto nei momenti in cui le comunicazioni con il centro di controllo a Terra sono interrotte.
«Il tempo è prezioso su Marte» dice Raymond Francis, del Jet Propulsion Laboratory della Nasa e primo autore dell’articolo «Aegis ci permette di sfruttarlo al meglio, rendendo Curiosity operativo in modo autonomo anche mentre sulla Terra stiamo prendendo altre decisioni». Ogni giorno, infatti, anche se il team a Terra non è in contatto programma una serie di azioni basate sulle immagini e sui dati raccolti il giorno precedente, che il sistema esegue in autonomia. Se la lista comprende un “giro”, AEGIS spinge Curiosity ad esplorare nuove zone nei dintorni, ore prima che vengano ricevute le istruzioni da Terra e gli permette di colpire in autonomia rocce che gli scienziati potrebbero voler investigare.
«L’obiettivo è di fornire il maggior numero di informazioni possibili al team di ricerca», aggiunge Tara Estlin, co-autrice del paper e team leader di Aegis. «Aegis ha aumentato il numero di dati raccolti dalla ChemCam, operando nei momenti nei quali altrimenti il rover sarebbe stato inattivo e in attesa di istruzioni».
Prima dell’impiego di Aegis l’unico modo in cui la ChemCam agiva in assenza di istruzioni precise sugli obiettivi da colpire era sparando alla cieca, sfruttando solo una traiettoria pre-programmata del laser. «La metà delle volte colpiva il terreno, cosa comunque utile, ma le misurazioni sulle rocce per noi sono decisamente più interessanti», aggiunge Francis. Grazie all’intelligenza artificiale Curiosity è in grado di studiare specifici tipi di conformazioni rocciose, individuabili dalla forma, dalla grandezza o dal colore. Aegis sfrutta infatti la “vista” del rover per individuare I bersagli. Il software è inoltre in grado di correggere autonomamente gli errori di puntamento su scale molto piccole.
Insomma, l’intelligenza artificiale sembra essere uno strumento di grande successo e pare addirittura aver superato notevolmente i risultati attesi. Per questo è già stato deciso che il software Aegis sarà a bordo anche delle prossima missione Nasa Mars 2020, per supportare lo svolgimento delle analisi che saranno effettuate dalla nuova generazione di ChemCam, la cosiddetta SuperCam.