Lo scorso dicembre le Nazioni Unite hanno promulgato il 30 giugno come International asteroid day, una giornata tutta dedicata alla scoperta e alla conoscenza degli asteroidi, queste ‘rocce spaziali’ che da sempre hanno colpito il nostro pianeta, fin dall’inizio della sua storia 4,5 miliardi di anni fa.
La data è stata scelta per ricordare il 30 giugno del 1908, quando un asteroide di circa 40 metri di diametro si disintegrò sopra il cielo di Tunguska, in Siberia, causando un’enorme devastazione.
Nessuno sa quando il prossimo grande impatto si potrà verificare, ma una cosa è certa, ovvero che accadrà.
«Presto o tardi avremo sicuramente un impatto di dimensioni più o meno rilevanti» ha detto lo scorso venerdì Rolf Densing, a capo dello European Space Operations Centre (ESOC) di Darmstadt, in Germania, in occasione del lancio dell’Asteroid day 2017. «Potrà non succedere nel corso della nostra vita, ma il rischio che la Terra venga colpita e devastata è davvero grande».
In effetti il nostro pianeta viene colpito ogni giorno da detriti spaziali, solo che le dimensioni sono talmente piccole che non ce ne rendiamo conto. Ma eventi come quello di Tunguska dell’inizio dello scorso secolo, o di Chelyabinsk nel 2013 sono destinati a ripetersi e ci trovano del tutto impreparati.
«Non siamo preparati per difenderci contro oggetti che possono colpire la Terra, non abbiamo difese attive» aggiunge Densing. E in effetti, anche se sembrano più soluzioni da film di fantascienza, gli scienziati lavorano su sistemi di difesa che includono il lancio di testate nucleari contro gli oggetti in avvicinamento, o l’utilizzo di laser in grado di polverizzarli. Anche l’utilizzo di motrici spaziali in grado di trascinare o dirottare l’eventuale asteroide sono presi in considerazione come soluzioni, ma prima dobbiamo essere in grado di poterne stabilire la rotta.
Gli astrofisici classificano gli oggetti potenzialmente rischiosi in base alle dimensioni, che vanno dai pochi millimetri alle decine di chilometri di diametro, i cosiddetti ‘behemoths’, cui appartiene ad esmpio l’oggetto cui viene attribuita l’estinzione dei dinosauri.
Dopo aver individuato e classificato la maggior parte dei corpi di 1 chilometro di diametro, il prossimo obiettivo è ‘schedare’ anche quelli di diametro intorno ai 150 metri. A tale scopo l’Europa sta mettendo in piedi un sistema di telescopi che ci permettano di avere il controllo sugli oggetti in arrivo, sistema che dovrebbe essere completato nel giro di un paio di anni. Il sistema dovrebbe permettere di individuare gli oggetti in arrivo con un preavviso di almeno 3 settimane, non molto, ma sempre qualcosa in più rispetto all’attuale situazione.
Il preavviso potrebbe almeno servire a permettere l’evacuazione delle zone interessate. Insomma, diciamo che rispetto ai terremoti o agli tsunami, il modo di prevedere con un minimo di anticipo l’eventuale impatto per quello che riguarda gli asteroidi c’è. Ciò che serve è una stretta cooperazione e interazione tra la politica e la agenzie spaziali, e, ovviamente, degli adeguati finanziamenti.
Ricordiamo che l’Asteroid day nasce sopratutto per iniziativa dell’astrofisico e musicista Brian May e del regista Grigorij Richters, che hanno prodotto il film “51 gradi nord” dedicato proprio all’impatto di un asteroide sulla Terra, in particolare sulla città di Londra. L’iniziativa coinvolge oggi decine di scienziati, astronauti e celebrità, molte delle quali animeranno quest’anno una diretta di 24 ore, prevista proprio per venerdì prossimo, con la collaborazione delle agenzie spaziale Esa, Nasa e Jaxa.
Per seguire la diretta potete collegarvi al seguente link https://asteroidday.org/live/
Per maggiori informazioni su questa e tutte le altre iniziative collegate consultate il sito dell’Asteroid Day.