Le stelle possono essere enormi magneti. In particolare, stelle come il Sole riescono a produrre un intenso campo magnetico nella regione di separazione tra la regione radiativa, più in profondità, e quella convettiva, più superficiale, chiamata “tachocline”. Il campo magnetico prodotto da una stella è necessario per la formazione della corona, dove il plasma è confinato e riscaldato fino a vari milioni di gradi. A queste temperatura, il plasma emette principalmente ai raggi X e ultravioletti.
Stelle di grande massa sono completamente radiative nel loro interno. Di conseguenza, non ci si aspetta di osservare campi magnetici o emissione coronale da queste stelle. Come capita spesso, pero’, la natura ammette eccezioni alle proprie regole… eccezioni di enorme interesse per gli scienziati.
Una di queste eccezioni è costituita dalle stelle B magnetiche. Le stelle B hanno una massa compresa tra le 2 e 16 masse solari, ed essendo completamente radiative non producono un campo magnetico. Ciò nonostante, alcune rare stelle B, chiamate “magnetiche”, hanno un intenso campo magnetico ed un’emissione di raggi X proveniente da un’attività simile a quella coronale osservata nel Sole, come i brillamenti coronali.
In questo contesto si inserisce lo studio “The early B-type star Rho Oph A is an X-ray lighthouse” guidato da Ignazio Pillitteri, astronomo dell’Istituto nazionale di Astrofisica a Palermo. L’autore di questo studio ha analizzato osservazioni in banda X della stella B2 (avente tra le 8 e le 9 masse solari) Rho Oph A, osservando un’inconsueta attività ai raggi X, con un lungo ed intenso brillamento. Nell’articolo, recentemente pubblicato su Astronomy & Astrophysics, è dimostrato che questo brillamento sia del tutto simile a quelli osservati nel Sole, dove il campo magnetico intrappola e riscalda il plasma in archi chiamati appunto “archi coronali”. Nel caso del brillamento osservato su rho Oph A, il plasma è riscaldato oltre 60 milioni di gradi da un campo magnetico di circa 300 gauss (il campo magnetico solare ha un’intensita’ media di 1 gauss), in un arco lungo circa il 25%, 30% il raggio della stella.