Sono 15 studenti tra i 14 e i 17 anni, hanno partecipato alla finale nazionale 2017 delle Olimpiadi italiane di astronomia e da ieri, lunedì 10 luglio, stanno svolgendo uno stage di formazione presso l’Osservatorio astrofisico di Asiago (VI). Lo stage, che terminerà il 14 luglio, è organizzato e offerto dagli osservatori astronomici dell’Inaf di Trieste e di Padova insieme all’università di Padova, ed è rivolto ai finalisti junior e senior che non faranno parte della squadra italiana alle Olimpiadi internazionali.
Durante lo stage vengono affrontati diversi casi astronomici, per esercizio e approfondimento. Tra essi: laboratorio di spettroscopia, pianeti extrasolari, tecniche di fotometria, osservazione del Sole, dinamica delle orbite, coordinate e tempo siderale, leggi di Wien e di Stéfan-Boltzmann. Il programma comprende anche lezioni sull’uso dell’astrolabio, il lancio di razzi a bicarbonato e aceto (in grado di raggiungere i 15-20 metri), la visita ai tre telescopi della sede di Asiago (il Galileo da 122 cm, il Copernico da 182 cm e lo Schmidt da 92/67cm) e l’illustrazione dei relativi programmi di ricerca. Non mancheranno una bella partita di pallavolo e alcune sfide a ping pong. Un insieme di attività che aiuterà i partecipanti ad affrontare al meglio l’edizione 2018 delle Olimpiadi italiane di astronomia, oltre che aumentare il loro bagaglio di conoscenze in astronomia.
I partecipanti allo stage sono Pietro Benotto e Rebecca Faresin dalla sede interregionale di Torino, Filippo Beretta, Arianna Oltolini, Francesca Dorigo e Alice Anselmi dalla sede di Milano, Giorgio Micaglio e Elena Giacomelli dalla sede di Trieste, Francesco Giuseppe D’Aloia dalla sede di Bologna, Emanuele Nasini, Gabriele Ciotti e Daniele Giustozzi dalla sede di Teramo, Matteo Folcarelli e Emanuele Pagano dalla sede di Roma e Valentina Masala dalla sede di Cagliari.
«I ragazzi stanno lavorando intensamente, con entusiasmo e concentrazione», dicono Giulia Iafrate e Conrad Boehm dell’Inaf di Trieste, docenti dello stage insieme ad Alessandro Siviero, Ulisse Munari e Paolo Ochner dell’Università di Padova, «sia in aula sia al controllo dei telescopi del Pennar e di Cima Ekar (dove si trova il telescopio Copernico, che con i suoi 182cm di diametro è il più grande sul suolo italiano). Nei prossimi giorni qualche ora di cielo sereno ci permetterà di ottenere lo spettro della nebulosa planetaria m57, di Saturno con i suoi anelli e della stella doppia Albireo oltre che alcune immagini di nebulose».