VOCI E DOMANDE DELL’ASTROFISICA

Piovono pietre: meteoriti e stelle cadenti

Materia spaziale che ci arriva a domicilio e può essere toccata con mano, le meteoriti offrono un'opportunità straordinariamente economica per studiare le origini del Sistema solare. Ogni giorno ne giungono a terra tra le 10 e le 50

     04/08/2017

Grosso meteorite di ferro (635 kg) ritrovato in Argentina a fine 1700

Il filosofo Anassagora pensava che fossero pezzetti di Sole, per Aristotele erano fenomeni della bassa atmosfera, mentre Seneca pensò: “Sicuramente stelle non sono, perché altrimenti verrebbero a mancare nel cielo”. Il fenomeno delle stelle cadenti ha sempre affascinato chiunque ma oggi è noto che sono dei sassi a cadere dal cielo. Piccoli come granelli di sabbia ma a volte grandi anche fino a un metro, di tipo roccioso, metallico o di composizione mista.

L’atmosfera terrestre frena e brucia, quasi sempre del tutto, questi proiettili cosmici (viaggiano a decine di migliaia di km/h!) rendendoli visibili come stelle cadenti. Ma se le dimensioni originali superano qualche decina di cm, può capitare che essi riescano a raggiungere il suolo. Si parla, in questo caso, di meteorite.

Si stima che ogni giorno arrivino a terra tra le 10 e le 50 meteoriti. Ma sono poche quelle ad essere ritrovate, in quanto la Terra è composta per circa il 75 per cento da acqua e da molte aree desertiche.

Eppure, ritrovare le meteoriti è importante. Si tratta di materia spaziale che arriva a domicilio e può essere toccata con mano. Un modo molto economico di investigare le nostre origini. Le meteoriti infatti ci raccontano il loro viaggio fino a noi: dall’analisi della composizione chimica, dalle età e dalla morfologia è possibile risalire alla loro provenienza. È probabile che siano frammenti di asteroidi e comete, che sono i progenitori principali, ma alcune meteoriti potrebbero provenire anche dalla Luna o da Marte.

Esse hanno fornito grandi contributi alla conoscenza di comete e asteroidi. Meteoriti con datazioni disparate hanno consentito di studiare l’evoluzione della fascia principale degli asteroidi.

Ma le meteoriti ci raccontano anche la storia del Sistema solare. Alcune sono datate ben 4,6 miliardi di anni e rappresentano dei veri e propri testimoni oculari delle prime fasi di formazione del Sistema solare, quando la nebulosa protoplanetaria cominciò a dare forma ai pianeti, agli asteroidi, alle comete.

Frammenti ritrovati a Čeljabinsk, in Russia, nel 2013

Studi in corso e domande aperte

L’analisi della composizione chimica delle meteoriti è fondamentale per i motivi esposti sopra, ma può riservare anche delle sorprese: è possibile scoprire nuovi progenitori e anche nuove tipologie di meteoriti stesse, e gettare quindi le basi per scoperte sulla formazione ed evoluzione del Sistema solare.

Le Leonidi, uno fra gli sciami meteorici più veloci, incontrano l’atmosfera a oltre 71 km/s, vale a dire circa 255mila km/h

Recentemente, sono stati scoperti nuovi minerali nella composizione di meteoriti rinvenute in diverse parti del mondo, tra cui quello chiamato rubinite, ricchissimo di titanio e trovato in una meteorite di oltre quattro miliardi di anni. Di grande interesse è andare a caccia di acqua e molecole organiche, la cui scoperta permetterebbe di rispondere alle seguenti domande: sono stati questi ciottoli cosmici a portare l’acqua sul nostro pianeta? Esiste la vita, seppure in forma batterica, su altri corpi rocciosi del Sistema solare? Quali sono le condizioni necessarie affinché essa si sviluppi? Per esempio, uno dei lavori che hanno suggerito la presenza di vita batterica su Marte consiste proprio nello studio di una meteorite ritrovata in Antartide circa 30 anni fa.

Raccogliere campioni numerosi di meteoriti è il passo fondamentale per compiere studi statistici. Tuttavia, l’identificazione di una meteorite non è affatto semplice, a meno che non si assista in diretta alla caduta. Un grande contribuito alle collezioni di meteoriti di tutto il mondo viene dai ritrovamenti nelle regioni polari o nei deserti, dove le meteoriti, tipicamente molto scure, non passano inosservate.

Il coinvolgimento dell’Istituto nazionale di astrofisica

Per studiare le meteore brillanti e recuperare eventuali meteoriti, è stata istituita Prisma, una rete di sorveglianza automatica del cielo, su iniziativa dell’Inaf – Osservatorio astrofisico di Torino e con la collaborazione di altri istituti Inaf e realtà sia professionali che amatoriali. Essa prevede l’installazione di telecamere all-sky sparse per il territorio nazionale. Prisma opera in sinergia con la rete analoga francese Fripon nella prospettiva di costruire un moderno network europeo.


L’autrice: Daria Guidetti è assegnista di ricerca Inaf all’Istituto di radioastronomia di Bologna

Su Media Inaf potrai trovare, mano a mano che verranno pubblicate, tutte le schede della rubrica dedicata a Voci e domande dell’astrofisica, scritte dalle ricercatrici e dai ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica.

Per vedere qualche meteorite da vicino, guarda questo video di MediaInaf Tv: