CERCANDO TRACCE DI VITA NEL SISTEMA SOLARE

Oceani alieni nell’occhio del James Webb

Tra le prime mansioni del James Webb Space Telescope, che verrà lanciato a ottobre 2018, ci sarà quella di osservare due tra le più interessanti lune del nostro Sistema solare: Europa ed Encelado. In orbita, rispettivamente, attorno a Giove e a Saturno, posseggono entrambe grandi oceani sotterranei: candidati ideali per la ricerca di forme di vita extraterrestre

     25/08/2017

Rappresentazione artistica della struttura interna di Encelado, che mostra la presenza di oceani sotterranei e dell’attività idrotermale forse all’origine dei geyser. Crediti: Nasa-Gsfc/Svs, Nasa/Jpl-Caltech/Southwest Research Institute

Il James Webb Space Telescope, che tra poco più di un anno andrà a occupare la sua posizione al punto di Lagrange L2, sarà richiestissimo da astronomi interessati a osservare oggetti estremamente lontani, grazie alla sua risoluzione, di gran lunga maggiore di quella del suo predecessore: il venerabile Hubble Space Telescope. Ma tra i primi oggetti presi in esame dal nuovo telescopio ci saranno due lune del nostro “vicinato spaziale”, Europa ed Encelado, selezionate da astronomi con “tempo garantito”: scienziati che hanno contribuito allo sviluppo del nuovo telescopio e che hanno diritto privilegiato a periodi di osservazione.

Infatti, il James Webb è dotato di sensori infrarossi particolarmente indicati per l’esame dei geyser che emergono da spaccature sulla superficie di Encelado e di Europa, e che si estendono per centinaia di chilometri verso il vuoto dello spazio. L’analisi dei composti chimici presenti nei materiali eiettati in questo modo ci darà un’idea più dettagliata della composizione degli oceani sotterranei delle due lune, composti da acqua allo stato liquido grazie alle forze gravitazionali che riscaldano l’interno di questi corpi celesti.

Un team di ricercatori, guidato da Geronimo Villanueva, esperto di scienze planetarie al Goddard Space Flight Center della Nasa a Greenbelt, nel Maryland, utilizzerà la near-infrared camera (NirCam) montata sul James Webb per ottenere immagini ad alta risoluzione della superficie di Europa (la più vicina delle due lune) al fine di individuare zone calde che indichino attività geologica. Laddove vengano trovati geyser, questi saranno sottoposti ad analisi spettrografica grazie al near-infrared spectrograph (NirSpec) e al mid-infrared instrument (Miri). Quanto a Encelado – molto più distante – non sarà possibile osservare direttamente la sua superficie, e gli strumenti del James Webb verranno indirizzati verso gli spettacolari geyser che sono stati osservati, per la prima volta, dalla sonda Cassini nel 2005.

Queste analisi permetteranno di capire la loro composizione, temperatura, e le cause stesse di questi enormi getti di vapore acqueo. Villanueva osserva come «le misurazioni rese possibili dal James Webb ci permetteranno di rispondere a queste domande con un livello di accuratezza e precisione precedentemente impossibile». La conferma della presenza di composti organici come metano, metanolo ed etano potrebbe suggerire la presenza di forme di vita elementari all’interno degli oceani sotterranei delle due lune.

Identificare zone di superficie particolarmente interessanti potrebbe inoltre aiutare la pianificazione di future missioni verso queste due lune, come ad esempio la Europa Clipper, una futura missione NASA pianificata per esaminare la superficie di Europa e la sua possibile abitabilità. E – chissà – magari anche per toccare “con mano” le prime forme di vita extraterrestre.

Guarda il video del Gsfc della Nasa (in inglese):