“Very exciting”. Alla fine la tanto attesa dichiarazione ufficiale è arrivata. Alle 15 ora italiana, quasi allo scadere del primo run con Ligo e Virgo insieme, in contemporanea sui siti delle due collaborazioni scientifiche Ligo e Virgo, uno scarnissimo comunicato annuncia una notizia stupenda e di enorme portata: anche Virgo, l’interferometro europeo in funzione a Cascina (Pisa), ha rilevato promising gravitational-wave candidates. Segnali che sembrano proprio essere – la conferma definitiva arriverà al termine dell’analisi dati – onde gravitazionali. Le sue prime onde gravitazionali.
Un risultato storico, raggiunto grazie al contributo fondamentale dei ricercatori dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), messo appena un po’ in ombra dalle voci di corridoio – lanciate da un tweet del 18 agosto scorso e riprese, in questi giorni, da testate come New Scientist, Forbes e Nature – circa la possibile rivelazione un “nuovo tipo” di onde gravitazionali da parte dei due interferometri. Indiscrezione, questa, non confermata dalla dichiarazione ufficiale di oggi, dove non si fa cenno al “tipo” di onde osservate. Ma nemmeno smentita.
New LIGO. Source with optical counterpart. Blow your sox off!
— J Craig Wheeler (@ast309) August 18, 2017
Trattandosi perlopiù di voci non confermate, sarebbe inutile, in quest’occasione, proporre la lista di ciò che sappiamo e ciò che non sappiamo. Piuttosto cerchiamo di fare ordine fra ciò che è confermato da fonti ufficiali e ciò che invece è per ora soltanto mormorio di corridoio. Di ufficiale, come detto, sappiamo almeno quattro cose. Primo, anche in questo run – così i fisici chiamano le campagne di raccolta dati – sono stati rilevati segnali candidati a essere onde gravitazionali. Secondo, questi segnali sono stati rilevati anche da Virgo, ed è la vera notizia del giorno: significa che finalmente è possibile, tramite un processo di triangolazione, determinarne con buona precisione, per la prima volta, la regione d’origine. Terzo, durante queste quattro settimane Virgo ha acquisito dati scientifici per oltre l’80 per cento del tempo, altro risultato del quale i fisici dell’Infn vanno giustamente fieri. Quarto – come scritto tra le righe nell’annuncio odierno – i risultati ottenuti in questi giorni sono stati già condivisi con i colleghi astronomi.
E proprio da quest’ultimo punto, apparentemente ovvio e pleonastico (anche per il precedente run c’era stato un coinvolgimento immediato degli astronomi per i cosiddetti follow up, senza però poter indicare loro una direzione precisa in cui osservare), vale la pena muovere i passi per entrare nel regno delle anticipazioni ufficiose e del gossip scientifico. Quello che giustificherebbe abbondantemente il “very exciting” con il quale si apre l’annuncio odierno. Qui la lista sarebbe lunga e ghiotta oltre misura. Limitandosi alle voci riprese da Davide Castelvecchi ieri su Nature, alcuni telescopi potrebbero aver osservato la controparte elettromagnetica di una di queste onde gravitazionali. Andando a guardare dove hanno diretto lo sguardo, nell’ultima settimana, alcuni fra i più grandi telescopi, c’è anche chi fa ipotesi sul luogo esatto di provenienza: la galassia Ngc 4993, nella costellazione dell’Idra, a circa 130 milioni di anni luce da noi, dove sarebbe stato osservato un lampo gamma.
I am looking at the Galaxy GRB170817A with Wide Field Camera 3 for Prof. Andrew James Levan. https://t.co/ldMXLlSS6e pic.twitter.com/oyhQX7eEx8
— Space Telescope Live (@spacetelelive) August 24, 2017
Se queste indiscrezioni verranno confermate, il run condotto questo mese da Ligo e Virgo assieme passerà alla storia per aver segnato l’alba di una nuova astrofisica: un’astrofisica multisensoriale, nella quale la “vista” dei telescopi e l’“udito” degli interferometri per onde gravitazionali captano contemporaneamente lo stesso evento. Ma per questo, appunto, occorre attendere conferme. Per oggi, festeggiamo l’epocale, sudato e meritatissimo successo di Virgo.