La crosta del Pianeta rosso potrebbe essere più “leggera” di quello che si pensava: è questo il risultato di una nuovo approccio nell’interpretazione di dati gravitazionali derivanti da osservazioni satellitari, fianco a fianco con rilevazioni topologiche. Questa analisi suggerisce che la densità media della crosta di Marte sia di circa 2600 kg per metro cubo, paragonabile dunque a quella della Luna (2550 kg per metro cubo), e notevolmente minore di quella terrestre (circa 3000 kg per metro cubo). Ciò potrebbe suggerire una composizione relativamente porosa, e/o una crosta più sottile del previsto.
Il team di ricercatori guidato da Sander Goossens del Goddard Space Flight Center della Nasa ha dovuto superare alcune difficoltà derivanti dalla bassa qualità dei dati riguardo alla mappa gravitazionale di Marte (molto meno accurati, ad esempio, di quelli raccolti dalla missione Grail per quanto concerne la Luna), applicando vincoli diversi all’interpretazione di questi ultimi. Il geofisico Terence Sabaka, secondo autore dello studio, commenta come «utilizzando questo approccio siamo riusciti ad estrarre più informazioni riguardo al campo gravitazionale dai dati esistenti».
Dopo aver testato questo metodo paragonando le cifre risultanti da questo approccio proprio ai dati Grail, i ricercatori sono fiduciosi che le stime riguardo a Marte siano sufficientemente accurate. Sicuramente presentano un quadro diverso da quello precedente, basato solamente sull’analisi di campioni geologici. «Siamo giunti alla conclusione che non basta conoscere la composizione delle rocce», osserva Greg Neumann, un altro coautore dello studio, «è anche necessario sapere come queste rocce si sono evolute nel tempo». I nuovi dati hanno permesso la creazione di mappe più dettagliate dello spessore e densità della crosta marziana. Conoscere la densità media della crosta di un pianeta permette di trarre informazioni riguardo alla sua composizione interna e alla storia del suo sviluppo geologico.
La conferma della validità di questo metodo arriverà presto: la InSight mission della Nasa – lancio previsto per maggio 2018 – ha come obiettivo l’atterraggio sulla superficie di Marte di un lander capace di effettuare accurate rilevazioni geologiche nel sottosuolo marziano. Se i suoi risultati saranno confermati, la strategia utilizzata da Goossens e il suo team potrebbe essere esportata allo studio di altri pianeti e lune del Sistema solare.
Per saperne di più
- Leggi su Geophysical Research Letters l’articolo “Evidence for a low bulk crustal density for Mars from gravity and topography“, di Sander Goossens, Terence J. Sabaka, Antonio Genova, Erwan Mazarico, Joseph B. Nicholas, e Gregory A. Neumann
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