15 settembre 2017. Un giorno storico che sarà difficile da dimenticare. A vent’anni dal suo lancio nello spazio, sono state scritte le ultime pagine della missione Cassini, dedicata a Saturno e al suo sistema di lune. Una storia iniziata il 15 ottobre 1997 dalla base statunitense di Cape Canaveral (da dove la sonda e il lander Huygens sono partiti a bordo del gigantesco vettore Titan IV-B/Centaur), e terminata oggi, quando la sonda ha con “successo” effettuato l’ultima, estrema e pericolosa manovra; il fatale tuffo atteso da 13 anni, cioè da quando nel 2004 la sonda è arrivata nell’orbita del sesto pianeta del Sistema solare.
Il Gran Finale è stato preceduto, l’11 settembre scorso, dall’ultimo flyby (volo ravvicinato) attorno a Titano, necessario per modellare adeguatamente l’orbita della sonda: la luna ha fatto ancora una volta da fionda gravitazionale. Per questo “bacio d’addio” – come è stato chiamato – la navicella spaziale è passata a 119 mila chilometri sopra la superficie di Titano. Tra il 13 e il 14 settembre, Cassini ha scattato l’ultimo grandangolare di Saturno e dei suoi anelli, ha osservato Encelado dietro al pianeta e ha sbirciato il cerca delle nuvole di Titano. Si è assicurato che “Peggy” (un pezzo di materiale sul bordo dell’anello A) fosse al suo posto come sempre. Sempre ieri, lo strumento italiano Vims (Visual and Infrared Mapping Spectrometer) ha osservato il sito di impatto finale, sul lato notturno di Saturno.
Il tuffo finale è stato solo l’ultimo di un totale di 22 immersioni nell’atmosfera saturniana. Proprio l’ultima manovra ha comportato l’inevitabile fine della missione. La sonda ha potuto – però – inviare sulla Terra i suoi ultimi, importantissimi, dati scientifici sulla composizione chimica dell’atmosfera e del pianeta. La perdita segnale è avvenuta alle 13:55:46 ora italiana a 1510 chilometri sopra le nubi superiori. Ovviamente i propulsori non sono stati progettati per un atterraggio: la Cassini Solstice Missione ovviamente non ha ritorno, ciò significa che l’attrito con l’atmosfera ha bruciato e distrutto il veicolo spaziale.
Cenni sulla missione
Cassini-Huygens è una missione robotica realizzata in collaborazione tra Nasa, Esa (Agenzia Spaziale Europea) e Asi (Agenzia Spaziale Italiana). La sonda consiste di due elementi: l’orbiter Cassini fornito dalla Nasa e la probe Huygens fornita dall’Esa. Dato che nessun lanciatore esistente avrebbe potuto inviare direttamente su Saturno un manufatto di 5600 chilogrammi (tanto era il peso complessivo al lancio della sonda), la missione è riuscita ad arrivare nel sistema saturniano grazie alla tecnica di navigazione spaziale della “gravità assistita” (o del flyby): per effettuare viaggi interplanetari è necessario sfruttare la cosiddetta fionda gravitazionale, cioè la spinta data da altri corpi nello spazio. La sonda Cassini ha usufruito di ben quattro spinte gravitazionali planetarie: due con passaggi ravvicinati su Venere, una sulla Terra e una su Giove.
Il 1 luglio 2004, dopo 7 anni di viaggio all’interno del Sistema solare, Cassini ha accesso il suo motore principale per rallentare ed è entrata nell’orbita del pianeta Saturno dove è iniziata la prima fase di missione inizialmente prevista della durata di 4 anni (ma effettivamente la missione è andata avanti per 13 anni), dedicata allo studio del pianeta, delle sue lune, degli anelli e del suo campo magnetico. Nel corso di oltre un decennio, gli strumenti scientifici a bordo di Cassini hanno permesso di approfondire la conoscenza della composizione, della struttura e delle proprietà fisiche e dinamiche del sistema di Saturno.
Durante il tour del sistema di Saturno, la sonda Cassini ha completato un gran numero di orbite intorno al pianeta e alla luna Titano e numerosi flyby molto ravvicinati con le altre lune. Accendendo e puntando i numerosi strumenti di bordo, la sonda ha potuto raccogliere preziose informazioni su tutti questi obiettivi scientifici mai studiati prima.
Per saperne di più:
- Guarda la timeline interattiva sulla missione Cassini
- Guarda la playlist di MediaInaf Tv dedicata a Cassini
Il servizio video su MediaInaf Tv:
Correzione del 15.09.2017: il contatto si è perso alle 13:55:46 ora italiana, e non alle 13:54 come scritto in una versione precedente