Una ricerca pubblicata di recente sull’International Journal of Astrobiology propone una possibile causa, o concausa, per lo spiaggiamento di 29 capodogli, arenati all’inizio del 2016 sulle coste del Mare del Nord, tra Inghilterra, Francia, Germania e Olanda, in un lasso di tempo di circa un mese.
Secondo il gruppo tutto europeo di ricerca, guidato da Klaus Heinrich Vanselow della Kiel University a Büsum, in Germania, tempeste solari potrebbero aver indirettamente interferito nella capacità dei cetacei di orientarsi, deviandone il percorso consueto di caccia ai branchi di calamari e intrappolandole fatalmente nelle basse acque prospicenti le coste nord-europee, dove generalmente queste balene non si avventurano.
Le autopsie eseguite su 22 delle balene spiaggiate, i cui risultati sono stati precedentemente riassunti in un articolo sulla rivista Marine Pollution Bulletin, hanno riscontrato che gli animali erano in buona salute e ben nutriti, mentre la seppur notevole quantità di rifiuti di origine antropica trovati nel tratto gastro-intestinale di 9 cetacei non è risultata la causa di morte per nessuno degli esemplari.
Gli autori del nuovo studio sono partiti dall’ipotesi che una o più tempeste geomagnetiche, risultanti da scariche di particelle sul Sole, possano avere indotto modifiche al campo magnetico terrestre, piccole ma sufficienti a mandare in crisi il sistema di orientamento basato su magneto-recettori che si suppone le balene possiedano in maniera simile a uccelli migratori, pipistrelli e altri animali. Insomma, la bio-bussola dei capodogli sarebbe stata tratta in inganno dallo stesso meccanismo che dà origine alle aurore polari.
I ricercatori hanno specificamente identificato due tempeste geomagnetiche, verificatesi a fine dicembre 2015, che hanno causato anomalie magnetiche temporanee – rilevate da apposite reti di misura – nella zona percorsa dal branco di balene. Questi disturbi possono avere confuso i cetacei sulla reale latitudine a cui si trovavano, inducendoli a viaggiare lungo la costa orientale dello Shetland, piuttosto che percorrerla a ovest come di consueto.
Le cause dello spiaggiamento di cetacei sono ancora da comprendere appieno. L’ipotesi di Vanselow e colleghi è basata su quella che potrebbe essere una semplice coincidenza; richiede la verifica di un numero maggiore di casi, con il monitoraggio di un gran numero di balene per vedere se, e come, cambino inaspettatamente rotta durante le tempeste geomagnetiche.
Proprio a questo obbiettivo sta lavorando Antti Pulkkinen, fisico solare della Nasa, assieme al Bureau of Ocean Energy Management statunitense e allo International Fund for Animal Welfare. Il gruppo di ricerca guidato da Pulkkinen sta analizzando tutte le osservazioni sulle tempeste solari in possesso della Nasa, assieme ai dati sullo spiaggiamento raccolti dal Boem e dall’Ifaw, per riscontrare se vi sia una correlazione. Gli esiti della ricerca, scrive la Nasa, sono attesi a breve.
Per saperne di più:
- L’articolo pubblicato su International Journal of Astrobiology “Solar storms may trigger sperm whale strandings: explanation approaches for multiple strandings in the North Sea in 2016”, di Klaus Heinrich Vanselow, Sven Jacobsen, Chris Hall e Stefan Garthe
- L’articolo pubblicato su Marine Pollution Bulletin “Large amounts of marine debris found in sperm whales stranded along the North Sea coast in early 2016”, di Bianca Unger, Elisa L. Bravo Rebolledo, Rob Deaville, AndreaGröne, Lonneke L.IJsseldijk, Mardik F.Leopold, Ursula Siebert, Jérôme Spitz, PeterWohlsein e Helena Herr