Il Next-Generation Transit Survey (Ngts) dell’Eso a Paranal, nel nord del Cile, ha scoperto il suo primo esopianeta: un gioviano caldo in orbita attorno a una stella nana di tipo M a circa 600 anni luce da noi da oggi denominata – dal nome, appunto, dello strumento Eso – Ngts-1. Le nane di tipo M sono deboli stelle con massa compresa fra l’8 e il 50 per cento di quella del Sole e una temperatura superficiale inferiore ai 3700 gradi. Fra le 60 stelle più vicine a noi, si stima che le nane di tipo M siano 50, ma nemmeno una di esse è abbastanza luminosa da essere visibile a occhio nudo. Prima di Ngts-1b, questo il nome del pianeta, si erano osservati solo altri due giganti gassosi transitare attorno a una stella nana di tipo M: Kepler-45b e Hats-6b. Dei tre, Ngts-1b è il più grande e il più massiccio, con un raggio e una massa pari, rispettivamente, a 1.3 e 0.8 volte quelli di Giove. Orbita attorno alla stella a distanza ravvicinata, circa il 3 per cento di quella fra la Terra e il Sole, e compie una rivoluzione ogni in 2.6 giorni.
Lo strumento robotico Ngts è un array di dodici telescopi da 20 cm ciascuno progettati per riconoscere i lievi cali di luminosità delle stelle provocati dal transito di un pianeta, una sorta di mini-eclissi parziali. La scoperta di Ngts-1b è stata successivamente confermata da osservazioni di follow-up condotte all’osservatorio Eso di La Silla: osservazioni fotometriche con lo strumento EulerCam, montato sul telescopio svizzero Leonhard Euler da 1.2 metri, e osservazioni spettroscopiche con lo strumento Harps, montato invece sul telescopio Eso da 3.6 metri.
Mentre i pianeti di piccole dimensioni sono relativamente comuni intorno a stelle nane di tipo M, la presenza attorno a esse di giganti gassosi come Ngts-1b sembra sia assai più rara di quanto non avvenga attorno a stelle più simili al Sole. Ciò è coerente con le attuali teorie di formazione planetaria, ma sarà comunque necessario osservare un maggior numero di nane di tipo M per arrivare a stabilire quanti siano effettivamente i giganti gassosi che orbitano loro attorno. Ngts è stato progettato appositamente per fornire dati migliori sui pianeti in orbita intorno a stelle nane, e poiché queste rappresentano circa il 75 per cento delle stelle presenti nella Via Lattea, studiarle significa anche aiutare gli astronomi a comprendere quella che è la popolazione principale di pianeti della nostra galassia.
Ulteriori dati su questo sistema planetario sono attesi dal James Webb Space Telescope, il cui lancio è in calendario per il 2019.
Fonte: comunicato stampa Eso
Per saperne di più:
- Leggi l’articolo in uscita su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society “NGTS-1b: A hot Jupiter transiting an M-dwarf“, di Daniel Bayliss, Edward Gillen, Philipp Eigmuller, James McCormac, Richard D. Alexander, David J. Armstrong, Rachel S. Booth, Francois Bouchy, Matthew R. Burleigh, Juan Cabrera, Sarah L. Casewell, Alexander Chaushev, Bruno Chazelas, Szilard Csizmadia, Anders Erikson, Francesca Faedi, Emma Foxell, Boris T. Gansicke, Michael R. Goad, Andrew Grange, Maximilian N. Gunther, Simon T. Hodgkin, James Jackman, James S. Jenkins, Gregory Lambert, Tom Louden, Lionel Metrailler, Maximiliano Moyano, Don Pollacco, Katja Poppenhaeger, Didier Queloz, Roberto Raddi, Heike Rauer, Liam Raynard, Alexis M. S. Smith, Maritza Soto, Andrew P. G. Thompson, Ruth Titz-Weider, Stephane Udry, Simon. R. Walker, Christopher A. Watson, Richard G. West e Peter J. Wheatley