Eccolo, l’emisfero meridionale del pianeta Giove. Maestoso e affascinante in questa immagine appena rilasciata dalla Nasa e scattata dalla sonda Juno. La splendida vista a colori che mette in evidenza le perturbazioni cicloniche che punteggiano la superficie del gigante gassoso è stata raccolta dallo strumento JunoCam a bordo della sonda. Quelle evidenziate da colori chiari sono conosciute fra gli astronomi come “String of Pearls” e si trovano in corrispondenza dei 40 gradi di latitudine sud del pianeta: un filo di perle per Giove, a colazione da Tiffany.
L’immagine risale allo scorso 24 ottobre durante il nono flyby della sonda Nasa su Giove. Al momento dello scatto Juno si trovava a una quota di circa 33mila chilometri sulla soffice superficie del pianeta e a una latitudine di oltre 50 gradi sud.
Con Media Inaf abbiamo raggiunto Alberto Adriani dell’Istituto nazionale di astrofisica Iaps Roma, principal investigator dello strumento Jiram (Jovian InfraRed Auroral Mapper, a bordo di Juno, finanziato dall’Asi, realizzato da Leonardo-Finmeccanica e operato sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto di astrofisica e planetologia spaziali dell’Inaf), che commenta così l’immagine acquisita con la fotocamera che fa parte del carico strumentale della sonda: «Tutti gli scatti di Juno vengono caricati online a seguito di ciascun passaggio in prossimità del pianeta e messi a disposizione del pubblico per essere elaborate. Un interessante progetto di citizen science: ogni persona interessata a seguire la missione e a lavorare sulle immagini in qualità di amatore può farlo collegandosi al sito della missione per scaricare i file originali, elaborarli e reinserire i risultati nel sito di Juno».
«Gerald Eichstädt e Seán Doran, i due autori di questa bella rielaborazione, sono due appassionati che hanno rivelato un grande talento nell’elaborare le immagini di JunoCam», spiega Adriani. «E a oggi hanno prodotto un’incredibile serie di immagini di Giove. Non dimentichiamoci che a bordo della sonda c’è anche lo spettrometro a immagine italiano, Jiram, che è operativo sulla missione e produce immagini di rilevanza scientifica a più alta risoluzione spaziale ma nel vicino infrarosso. Grazie a lui abbiamo fotografato per la prima volta nell’infrarosso i poli del pianeta, che non sono visibili da Terra e non erano mai stati osservati dalle precedenti missioni».