PARTICELLE E PANSPERMIA

Vita a zonzo sulla polvere di stelle

In viaggio tra un pianeta e l’altro a bordo di polvere spaziale: così potrebbe diffondersi la vita, suggerisce uno studio dell’Università di Edimburgo. E microrganismi terrestri potenzialmente in grado di sopravvivere a lunghi viaggi verso nuovi mondi non ne mancano: per esempio, i tardigradi

     21/11/2017

Da dove veniamo? Come mai solo sulla Terra – per ora – abbiamo trovato la vita (come noi la conosciamo)? Domande banali, forse, ma è quello che ogni astronomo cerca di scoprire. Una possibilità viene ora suggerita, sulle pagine di Astrobiology, da un ricercatore dell’Università di Edimburgo, Arjun Berera. La vita, scrive Berera, potrebbe viaggiare da un mondo all’altro chiedendo un passaggio alla cosiddetta polvere interstellare: particelle microscopiche di materia che, insieme al gas, permeano lo spazio fra le stelle e i pianeti, viaggiando fra essi a velocità elevatissime.

Magari proprio queste particelle minuscole provenienti da lontano potrebbero aver portato sulla Terra piccoli organismi da mondi lontani, o viceversa inviare microrganismi terrestri in esplorazione su pianeti a distanze interstellari. Come? Secondo il gruppo di Berera, i flussi di polvere stellari arrivano a colpire l’atmosfera terrestre con una violenza tale da scaraventare nello spazio i microrganismi e i batteri. E ciò potrebbe accadere anche su altri mondi.

Ricordate gli irriducibili tardigradi? Sono in grado di sopravvivere, per l’appunto, fino a 30 anni senza cibo né acqua, riescono a vivere anche a temperature estreme prossime ai 150 gradi, sopportano la pressione del più profondo dei mari e resistono anche nel freddo vuoto spaziale. Questi invertebrati protostomi celomati potrebbero essere i candidati ideali per viaggiare a bordo delle particelle stellari.

La teoria è rivoluzionaria, perché potrebbe essere valida anche per eventuali altre forme di vita “aliena” e che noi ancora non conosciamo. Qualche microrganismo extraterrestre potrebbe essere stato già “trasportato” sul nostro pianeta a nostra insaputa “a bordo” delle particelle stellari.

Lo studio di Berera spiega come potenti flussi di polvere spaziale – che possono viaggiare fino a 70 chilometri al secondo – possano scontrarsi con le particelle della nostra atmosfera. E mostra come piccole particelle a 150 chilometri sopra la superficie terrestre potrebbero essere “espulse” dalla polvere stellare per poi raggiungere altri pianeti. Non solo gli asteroidi sono coinvolti, quindi, nello scambio di microrganismi tra i pianeti.

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