Per quanto profondamente diversi dalla Terra, Giove e Saturno condividono con il nostro pianeta un fenomeno atmosferico straordinariamente simile, ovvero l’alternanza ciclica di temperature e direzione dei venti che avviene ai livelli intermedi della fascia atmosferica tropicale con periodicità multi-annuale ben definita: poco più di un biennio per la Terra, circa un quadriennio per Giove, attorno ai 15 anni in media per Saturno.
Benché poco nota al grande pubblico, l’oscillazione quasi-biennale osservata nei venti stratosferici inferiori con un periodo medio di 28 mesi è uno dei cicli più regolari e ripetibili esibiti dal sistema climatico del nostro pianeta. Una sorta di battito cardiaco regolare, seppure soggetto a occasionali sussulti a causa di eventi atmosferici che si verificano lontano dalla regione equatoriale, un fenomeno noto come teleconnessione atmosferica.
Un nuovo studio, recentemente pubblicato su Nature Astronomy e basato su oltre tredici anni di osservazioni della sonda Cassini, ha ora dimostrato che anche l’oscillazione quasi-periodica di Saturno può essere fortemente perturbata da fenomeni che si manifestano in tutt’altra parte rispetto alla fascia equatoriale. Fenomeni come la grande tempesta settentrionale (Great Northern Storm), che si scatena all’incirca una volta ogni anno saturniano, equivalente a 30 anni terrestri.
«Abbiamo esaminato “l’elettrocardiogramma” fatto da Cassini a Saturno, che si ripete regolarmente all’incirca ogni 15 anni terrestri, e abbiamo trovato un enorme turbamento – una “palpitazione”, per continuare la metafora – protratta dal 2011 al 2013, quando la regione equatoriale si è notevolmente raffreddata», spiega una delle autrici della ricerca, Sandrine Guerlet del Laboratoire de Météorologie Dynamique francese. «Quando abbiamo controllato la tempistica, abbiamo capito che la variazione di temperatura è avvenuta direttamente dopo l’eruzione di una gigantesca tempesta che ha avvolto tutto l’emisfero settentrionale di Saturno. Questo suggerisce un legame tra i due eventi: pensiamo che l’attività delle onde associate a questa enorme tempesta si sia diretta verso l’equatore e abbia interrotto l’oscillazione quasi-periodica, nonostante la tempesta infuriasse a decine di migliaia di chilometri di distanza!»
Sulla Terra, abbiamo imparato che diversi fenomeni climatici sono sottilmente collegati tra loro e possono influenzarsi a vicenda in modo significativo. Un esempio conosciuto e particolarmente importante di teleconnessione atmosferica è l’oscillazione meridionale – El Niño, che può influenzare temperature e andamenti climatici su tutta la Terra.
«È sorprendente vedere questo processo verificarsi su un altro pianeta nel nostro Sistema solare, soprattutto uno che è così enormemente diverso dal nostro», commenta Nicolas Altobelli dell’Agenzia spaziale europea, responsabile scientifico per la missione Cassini-Huygens. «Cassini-Huygens ha sì terminato la sua missione, ma c’è ancora una vasta mole di dati da esplorare e una quantità enorme di informazioni preziose da setacciare nelle osservazioni del veicolo spaziale. Oltre a farci conoscere meglio Saturno e i giganti gassosi del sistema solare in generale, questo studio ci aiuta a conoscere di più la Terra stessa. Questo è un fattore chiave della nostra ricerca verso altri pianeti: scoprire di più sul nostro».
Per saperne di più:
- Leggi l’articolo pubblicato su Nature Astronomy “Disruption of Saturn’s quasi-periodic equatorial oscillation by the Great Northern Storm”, di Leigh N. Fletcher, Sandrine Guerlet, Glenn S. Orton, Richard G. Cosentino, Thierry Fouchet, Patrick G. J. Irwin, Liming Li, F. Michael Flasar, Nicolas Gorius & Raúl Morales-Juberías