SPETTROSCOPIA DELL’ALONE STELLARE

Via Lattea: un passato da cannibale

Un gruppo di astronomi dell'Instituto de Astrofísica de Canarias, guidato da Giuseppina Battaglia, ha trovato le prove chimiche che l’alone esterno della nostra galassia contiene resti stellari di enormi galassie nane divorate in un lontano passato della Via Lattea

     09/01/2018

La Via Lattea osservata dalle Ande cilene. Crediti: Serge Brunier

Osservare e studiare le regioni esterne della Via Lattea non è semplice dalla posizione in cui si trova il Sistema solare. La maggior parte delle informazioni di cui disponiamo sull’alone stellare della nostra galassia proviene dalla sua regione interna, che possiamo osservare con le sonde a disposizione. Ora gli astrofisici sono andati oltre, e per la prima volta hanno “esplorato” le proprietà chimiche delle regioni esterne dell’alone stellare, esaminando un campione di 28 giganti rosse molto distanti dal Sole. I ricercatori dell’Instituto de Astrofísica de Canarias (Iac) hanno utilizzato la tecnica della spettroscopia ad alta risoluzione nell’ottico, che consiste nel “tagliuzzare” la luce delle stelle nelle sue diverse frequenze per ottenere informazioni sulla composizione chimica delle stelle stesse. Perché è importante questo tipo di studio? L’analisi delle proprietà chimiche delle stelle può fornire informazioni cruciali sulle caratteristiche dell’ambiente in cui sono nate e, in questo caso, sul passato da “cannibale” della Via Lattea.

Nella mappa Pan-Starrs1 l’alone galattico della Via Lattea. Crediti: Giuseppina Battaglia (Iac)

Per questo studio, pubblicato su Astronomy & Astrophysicssono stati utilizzati dati provenienti da circa 100 ore di osservazioni ottenute, per l’emisfero australe, dal Very Large Telescope “Kueyen” (UT2) dell’Eso e dal telescopio Magellano Clay, a Las Campana, e per l’emisfero nord dall’Hobby Eberly Telescope, in Texas.

«L’abbondanza di alcuni elementi chimici nelle stelle delle regioni esterne dell’alone della Via Lattea è sorprendentemente diversa dalle informazioni che avevamo sulle regioni interne dell’alone stesso», ha spiegato Giuseppina Battaglia, astrofisica dello Iac e prima autrice dell’articolo. Gli autori dello studio hanno però scoperto diverse similitudini con la composizione chimica delle stelle nelle vicine galassie nane massicce, come quella del Sagittario e la Grande Nube di Magellano. Queste firme chimiche indicano che le regioni esterne dell’alone stellare della Via Lattea potrebbero contenere i resti di una o più galassie nane divorate, in un lontano passato, dalla nostra galassia.

Per saperne di più: