Questo telescopio non s’ha da fare, né ora né mai. Stiamo parlando dell’osservatorio spaziale Wide Field Infrared Survey Telescope (in breve WFirst), probabile vittima del piano finanziario Usa per l’anno 2019.
I 25 lettori di Media Inaf sapranno che questo telescopio spaziale, il cui lancio era previsto per il 2024, doveva essere una delle missioni scientifiche di punta dell’agenzia statunitense (vedi qui il nostro servizio video in proposito), un grosso competitor dell’europea Euclid (abbiamo confrontato le due missioni proprio pochi giorni fa).
L’idea di WFirst nasceva da un altro satellite mai nato, una sonda spia declassificata che aveva lasciato in regalo alla Nasa una replica dello specchio da 2.6 metri di cui è equipaggiato lo Hubble Space Telescope. Il nuovo telescopio spaziale era dunque pensato come una sorta di cugino di Hubble ma con tecnologia progredita di 25 anni, un occhio grandangolare e l’obbiettivo scientifico di scoprire l’origine della materia e dell’energia oscura, scrutinando diligentemente migliaia di galassie nell’infrarosso.
Un progetto impegnativo, i cui costi erano lievitati nel tempo fino a raggiungere la stima complessiva di 3.8 miliardi di dollari. Una cifra che sarebbe probabilmente stata sforbiciata nella design review prevista per questo mese, ma che ora viene azzerata dal nuovo budget e stornata su altre, meno ambiziose, piccole missioni non meglio specificate.
Il preventivo di spesa per il 2019 della Nasa prevede un’assegnazione del governo statunitense di 19.6 miliardi di dollari, mezzo miliardo in più rispetto al budget 2018, quasi la stessa cifra che la Nasa aveva ottenuto nel 2017. Di questi, ben 10.5 miliardi sono destinati ad attività connesse al ritorno sulla Luna e, più in là nel tempo, per l’esplorazione umana di Marte e altre destinazioni.
In questo senso viene confermato con uno stanziamento di 3.7 miliardi di dollari l’impegno per il nuovo lanciatore orbitale pesante della Nasa Sls/Orion, primo lancio di prova nel 2020, con l’obbiettivo di portare astronauti americani attorno alla Luna nel 2023. Confermato anche l’impegno per il rover marziano Mars 2020, grazie ai 2.2 miliardi di dollari assegnati alle scienze planetarie nel loro complesso.
La spending review della Nasa prevede poi di terminare il finanziamento diretto da parte del governo statunitense alla Stazione spaziale internazionale entro il 2025, cioè alla scadenza dell’attuale accordo di sostentamento della missione fra le varie agenzie spaziali partecipanti.
La novità è che viene esclusa la possibilità di un ulteriore rinnovo di 4 anni, e che viene previsto un fondo per incentivare le iniziative private. Insomma, nei loro ultimi anni di vita alcuni moduli (compreso quello russo) della Iss potrebbero diventare un albergo a… infinite stelle.
Confermato ovviamente l’impegno per il James Webb Space Telescope, che sarà il protagonista assoluto del prossimo anno, con la prevista messa in orbita delle sue sei tonnellate di sofisticata tecnologia, costata complessivamente 8.8 miliardi di dollari.
Come già tentato l’anno scorso, il nuovo bilancio previsionale prevede infine di azzerare il finanziamento di 100 milioni di dollari all’Office of Education della Nasa, reindirizzando la nuova cifra su altre priorità, in particolare la necessità complessiva dell’agenzia di focalizzarsi sull’esplorazione spaziale e di sviluppare partnership con i privati. Ora la palla passa al Congresso.
Guarda il servizio video di confronto tra Wfirst ed Euclid di MediaInaf TV: