La “pizza” che potete ammirare qui sopra è stata sfornata ieri durante l’assemblea generale della European Geosciences Union, in corso a Vienna. Gli ingredienti sono i dati ottenuti dallo strumento Jiram – il Jovian InfraRed Auroral Mapper a bordo della sonda Juno – su cicloni e anticicloni che tempestano in formazione stretta i poli di Giove, recentemente svelati da una collaborazione internazionale a guida italiana. La novità è che, con quegli ingredienti, è stata preparata un’animazione tridimensionale che ci permette di sorvolare il polo nord gioviano. Se solo potessimo vederlo in infrarosso, come effettivamente fa Jiram.
L’osservazione nella banda infrarossa dello spettro elettromagnetico permette a Jiram di sondare in profondità gli strati atmosferici del gigante gassoso, fino a 70 chilometri sotto la superficie. Questo permette agli scienziati di comprendere le forze che tengono in movimento il ciclone centrale e gli otto circumpolari che lo circondano, dal diametro di oltre 4000 chilometri.
«Prima di Juno, potevamo solo immaginare come apparissero i poli di Giove», ha commentato Alberto Adriani dell’Istituto nazionale di astrofisica di Roma, responsabile scientifico di Jiram. «Volando sopra i poli a distanza ravvicinata, Juno ha ora permesso la raccolta di immagini nell’infrarosso sui modelli meteorologici polari di Giove con una risoluzione spaziale senza precedenti».
Nell’animazione tridimensionale, le aree rappresentate in giallo sono più calde (o più in basso nell’atmosfera di Giove) e le aree scure sono più fredde (o più in alto). La temperatura più alta è 260 kelvin (circa -13°C) e la più bassa 190K (circa -83°C).
Sempre allo stesso consesso, Jack Connerney della Space Research Corporation statunitense ha svelato la ricetta dettagliata della dinamo gioviana, ovvero del motore che alimenta il campo magnetico del pianeta.
Connerney e colleghi hanno elaborato il nuovo modello di campo magnetico a partire da misurazioni effettuate durante otto orbite di Juno attorno a Giove, producendo una mappa del campo magnetico sia sulla superficie che nella regione sottostante, da cui si ritiene che la dinamo provenga. Poiché Giove è un gigante gassoso, la ‘superficie’ è definita dal raggio polare di Giove, che è pari a circa 71450 chilometri.
«Stiamo scoprendo che il campo magnetico di Giove è diverso da come precedentemente immaginato», ha detto Connerney. «Le osservazioni di Juno dell’ambiente magnetico di Giove rappresentano l’inizio di una nuova era negli studi di dinamo planetaria».
La nuova mappa rivela inaspettate irregolarità, come regioni di sorprendente intensità del campo magnetico e un’asimmetria tra emisfero settentrionale ed emisfero sud. Un piatto succulento per i ricercatori, che vogliono comprendere come quella che viene sinteticamente vista come una palla fluida in rotazione (Giove, per l’appunto) possa dare luogo a tutta questa varietà.
«Juno è solo a circa un terzo della sua missione programmata di mappatura e già stiamo cominciando a scoprire come funziona la dinamo di Giove», ha detto Connerney in conclusione. «Siamo davvero ansiosi di vedere i dati delle prossime orbite».
La sonda Juno ha percorso 200 milioni chilometri per completare 11 sorvoli ravvicinati da quando è entrata in orbita fortemente ellittica attorno a Giove, il 4 luglio 2016. Il prossimo passaggio con raccolta di dati scientifici è previsto per il 24 maggio.