Conosciamo tutti l’adagio secondo cui “una farfalla che batte le ali può generare un uragano dall’altro lato del pianeta”, ma vi siete mai domandati cosa possa servire per generare il battito d’ali di una “farfalla” grande più di 30mila anni luce dall’altro lato dell’universo? Se lo sono chiesti all’Università del Colorado di Boulder, e la risposta pare essere una coppia di buchi neri supermassicci che presto si fonderanno assieme. Andiamo con ordine.
Il gruppo di scienziati, guidati da Francisco Müller-Sánchez della Boulder CU, ha studiato approfonditamente la “farfalla” in questione: si tratta della galassia Ngc 6240, in realtà due galassie minori che si sono scontrate e che si trovano nella parte finale del loro processo di fusione. Siamo abituati a pensare a galassie che hanno la classica conformazione a disco, ma nel caso di galassie che si stanno fondendo si formano strutture contorte e complesse, lunghi filamenti stracciati nel cosmo, braccia allungate e, come in questo caso, ali di polveri e gas.
Trattandosi di una galassia che sta nascendo dalla fusione di due più piccole, Ngc 6240 contiene ancora due buchi neri supermassicci che si orbitano l’un l’altro vorticosamente. Presto (astronomicamente parlando) i due corpi massicci si fonderanno in un tripudio di onde gravitazionali, un evento chiamato coalescenza. Per ora abbiamo due pantagruelici mostri che, con il loro folle girotondo, lanciano tutto attorno grandissime quantità di polveri e gas che contribuiscono alla formazione delle strutture all’origine del soprannome della galassia: due ali che fanno sembrare Ngc 6240 una gigantesca farfalla.
Due ali, due composizioni diverse. L’origine e la natura delle due strutture di dimensioni galattiche è diversa. L’ala rivolta a nord ovest è generata dal vento stellare o da gas che le stelle emettono naturalmente nel corso della loro vita attraverso brillamenti o altri processi, mentre quella rivolta a nord est trova la sua origine in un singolo cono di gas espulso dalla coppia di buchi neri. Secondo Müller-Sánchez «questa è la prima galassia da cui possiamo vedere sia il vento da due buchi neri supermassicci sia il deflusso di gas debolmente ionizzati dalla formazione stellare»
Secondo lo studio pubblicato oggi, 18 aprile, su Nature, questi getti, assieme a quelli generati da naturali processi stellari di vario tipo come il vento stellare, spazzerebbero via dalla galassia una quantità enorme di polveri e gas, il materiale da cui vengono forgiate le nuove stelle, diminuendo quindi di fatto il ritmo di formazione di nuove stelle all’interno della galassia. Una grandissima quantità di materiale che viene lanciato fuori dalla galassia, paragonabile a 100 masse solari ogni anno. «Un grande numero, comparabile al tasso con cui le galassie formano nuove stelle nella regione del nucleo», conclude Müller-Sánchez.
Per saperne di più:
- Leggi su Nature l’articolo “Two separate outflows in the dual supermassive black hole system NGC 6240“, di F. Müller-Sánchez, R. Nevin, J. M. Comerford, R. I. Davies, G. C. Privon ed E. Treister