Per la prima volta è stato possibile determinare la struttura tridimensionale di una nube interstellare, cioè il luogo dove nascono le stelle. Due astronomi, Aris Tritsis dell’Australian National University e Konstantinos Tassis dell’università di Creta, hanno rivelato la vera struttura della nube molecolare Musca e questi risultati (pubblicati ieri sulla rivista Science) potranno chiarire in futuro l’origine delle stelle nelle galassie.
Riempite perlopiù da polvere e gas (idrogeno molecolare), le nubi interstellari sono state studiate finora solo in 2D, quindi hanno sempre avuto – ai nostri occhi – una forma stretta e allungata, quasi di un lungo ago. I due scienziati sono finalmente riusciti a compiere un grande passo in avanti nella comprensione di questi oggetti, realizzando una simulazione 3D della loro struttura: queste nubi somigliano più a dei giganteschi fogli che a degli aghi.
Determinare la tridimensionalità delle “incubatrici” stellari è fondamentale per una migliore comprensione dei processi che si verificano al loro interno. Tritsis e Tassis hanno ricostruito l’intera struttura 3D di Dark Doodad (letteralmente “l’aggeggio scuro”) grazie alle sue striature, dei ciuffi simili a strisce, che si formano a causa dell’eccitazione di onde magnetosoniche veloci (onde di pressione magnetiche longitudinali, od onde di secondo tipo). Cosa accade? La nube molecolare “canta”, o meglio vibra come una campana che suona dopo essere stata colpita: analizzando le frequenze di queste onde, gli autori hanno prodotto un modello strutturale dimostrando che Musca non è un filamento lungo e sottile come si pensava una volta, bensì una vasta struttura molto più complessa.
Posizionata nel cielo meridionale in direzione della costellazione della Mosca a centinaia di anni luce da noi, la nube molecolare si estende per circa 27 anni luce attraverso il piano del cielo, con una profondità di circa 20 anni luce e una larghezza fino ad una frazione di un anno luce.
«Siamo stati in grado di ricostruire la struttura tridimensionale di una nube di gas nelle primissime fasi della creazione di nuove stelle e pianeti, che alla fine richiederanno milioni di anni per evolversi», ha detto il Tritsis. «Conoscere la forma tridimensionale delle nubi molecolari migliorerà notevolmente la nostra comprensione di questi vivai di stelle e della nascita del nostro Sistema solare», ha aggiunto.
I due ricercatori hanno utilizzato dati raccolti con il telescopio spaziale Herschel dell’Esa e determinato la forma di questa nube molecolare scura analizzando le frequenze spaziali delle vibrazioni emesse dalle striature, che sono state poi convertite in suoni. Tassis ha spiegato che Musca è la più grande struttura vibrante nella Via Lattea: «C’è una vastità di nuove cose che possiamo imparare da questo modello».
Per saperne di più:
- Leggi su Science l’articolo “Magnetic seismology of interstellar gas clouds: Unveiling a hidden dimension”, di Aris Tritsis e Konstantinos Tassis
Guarda il video della Australian National University: