Un gruppo internazionale di ricerca, capitanato da Shuo Kong e Héctor G. Arce dell’Università di Yale, ha prodotto la più dettagliata mappa della distribuzione del gas nella nube molecolare di Orione, in particolare della zona più brillante Orione A, noto epicentro di formazione stellare a circa 1500 anni di luce di distanza.
Già ripresa da innumerevoli telescopi, la nube di Orione ospita una grande varietà di ambienti di formazione stellare, inclusi densi ammassi stellari simili a quello in cui si è plausibilmente raddensato il Sole.
«La nostra mappe permette di investigare un’ampia gamma di fenomeni fisici a differenti scale di grandezza, necessari per studiare come le stelle si formino nelle nubi molecolari e come le giovani stelle impattino a loro volta sul destino della nube stessa», commenta Kong.
Per realizzare la mappa, il nuovo studio, pubblicato su Astrophysical Journal Supplements, ha messo assieme i dati raccolti da due differenti radiotelescopi: Carma (Combined Array for Research in Millimeter Astronomy), una schiera interferometrica di 23 parabole collocate in California, e l’antenna singola del Nobeyama Radio Observatory (Nro), in Giappone.
«La nostra mappa è una combinazione unica di dati provenienti da due telescopi molto diversi», dice Jesse Feddersen, studente a Yale e co-autore dello studio. «Abbiamo combinato lo zoom di Carma con il grandangolo del Nro per catturare simultaneamente sia i dettagli delle singole stelle in formazione che la forma complessiva e il movimento della nube molecolare gigante».
La mappa permette non solo di sapere dove si trovi il gas, ma anche a che velocità si stia muovendo. Osservazioni combinate come questa sono di grande aiuto per gli astronomi che cercano di capire quanto velocemente e con quale efficienza si formano le stelle in queste nubi.
Inoltre, la mappa aiuterà i ricercatori a calibrare i modelli di formazione stellare per studi extragalattici. «Dei nostri dati potranno beneficiare tutte le ricerche ricerca su un’ampia gamma di fasi evolutive del processo di formazione stellare e dell’ambiente in cui si originano», conclude Arce.
Per saperne di più:
- Leggi su Astrophysical Journal Supplements “The CARMA-NRO Orion Survey”, di Shuo Kong, Héctor G. Arce, Jesse R. Feddersen et al.
Guarda il video (in inglese) dell’Università di Yale: