Tutto parte da una mail. Mittente: Salvatore Serio, direttore dell’Osservatorio astronomico dell’Inaf di Palermo fino al 2001. Destinatari: l’attuale direttore, Fabrizio Bocchino, e Donatella Randazzo, responsabile dell’archivio storico e della biblioteca antica dell’Osservatorio. «Vi segnalo che è in vendita all’asta il diploma di laurea di Niccolò Cacciatore», scrive Serio. «Credo che il documento abbia un grande interesse per l’archivio storico dell’Osservatorio».
Il motivo dell’interesse è presto detto: Niccolò Cacciatore (1770-1841) fu assistente di Giuseppe Piazzi, primo direttore dell’Osservatorio di Palermo, e gli succedette nella direzione nel 1817. Direttore, che facciamo? Valutate voi, dice Bocchino a Randazzo, ponendo come unico vincolo un tetto di spesa: non più di 300 euro.
Valutare come? Il tempo per decidere è pochissimo, l’asta è dopo tre giorni, giovedì 10 maggio. Fortuna vuole che, proprio in questo periodo, fra le volontarie del Servizio civile che stanno trascorrendo il loro anno all’Osservatorio ci sia anche una restauratrice di beni librario-archivistici, Giada Genua. E così Randazzo e Genua decidono di fare un sopralluogo alla storica Galleria Sarno, la casa d’aste alla quale è affidata la vendita, per visionare l’antico documento, il Lotto 139: Universae Rei Litterariae Siciliensis. Laurea a Nicolaum Cacciatore con sigillo in ceralacca, secolo XIX, prezzo a base d’asta 150 euro.
«Quando lo abbiamo visto, non abbiamo avuto dubbi: non solo era un documento storicamente importante, ma era anche esteticamente bellissimo. Doveva essere nostro!», ricorda Genua nel blog che cura per l’Osservatorio. Non potendo presenziare all’incanto, in programma quasi a mezzanotte, Randazzo e Genua dichiarano agli organizzatori dell’asta la disponibilità a rilanciare fino ai 300 euro consentiti dal direttore e incrociano le dita, sperando che siano sufficienti. La stima si rivela corretta, anzi: alla fine, come scopriranno il giorno successivo, l’Osservatorio riesce ad aggiudicarsi la laurea del suo secondo direttore per 240 euro in tutto, commissioni comprese.
«Il certificato, datato 17 febbraio 1820, è in ottimo stato di conservazione», dice a Media Inaf Giulia Amodeo, borsista del Fondo sociale europeo all’Osservatorio. «Rilegato in cartone rivestito con carta marmorizzata fatta a mano, nella prima pagina presenta lo stemma del Regno di Sicilia, a cui seguono cinque facciate di convenevoli in latino antico che portano alla proclamazione di Cacciatore, già professore di matematica e astronomia, dottore ad honorem in filosofia e matematica. Tra coloro che firmarono il lusinghiero riconoscimento si leggono: Gaspare Palermo, Joseph Haus, Giuseppe Saverio Poli, Michelangelo Monti: si tratta dei membri della commissione che dal 1818 fu incaricata di gestire la pubblica istruzione. Chiude la scrittura il maestoso sigillo in ceralacca dell’Università Regia di Palermo, di un singolare rosso corallo».
«Ritorna così negli scaffali di provenienza», conclude Randazzo, «una significativa testimonianza della stima che Niccolò Cacciatore sempre ricevette dalle istituzioni borboniche».
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