L’età della pensione si allontana anche per Juno: rispetto alle previsioni iniziali, la sonda Nasa in orbita attorno a Giove dal luglio del 2016 dovrà lavorare 41 mesi in più, fino al 2022, con il termine delle operazioni scientifiche spostato anch’esso in avanti fino al luglio del 2021. Una notizia che ovviamente fa piacere agli scienziati, visto che consentirà alla missione di raggiungere tutti i suoi obiettivi scientifici. A convincere l’agenzia spaziale statunitense dell’opportunità di estendere il finanziamento, alla luce dei risultati raccolti finora e della buona salute degli strumenti, è stato un comitato indipendente di esperti.
«Ci contavamo, perché in questo modo così si ritorna alle 36 orbite programmate inizialmente. Il numero previsto era proprio questo», spiega a Media Inaf Alberto Adriani dell’Inaf Iaps di Roma, lo scienziato responsabile dello strumento Jiram a bordo di Juno. «Poi, quando si è deciso di allungare la durata delle orbite, dai 14 giorni che avrebbero dovuto avere ai 53 giorni attuali, il periodo di occultazione – quello durante il quale la sonda si trova dietro a Giove – è aumentato anch’esso. Questo era un punto critico, perché si rischiava di perdere la sonda, dunque ha richiesto nuove verifiche per accertarsi che si potesse superare l’occultazione senza problemi. Ora è stato fatto, così è stato possibile proporre il prolungamento alla Nasa, e la Nasa ha dato il suo assenso».
«Dunque la missione ritorna alla durata originale in termini di orbite, ma in termini di tempo si allunga, perché ora ogni orbita dura molto di più. Quanto a Jiram», conclude Adriani a proposito del “suo” strumento, «non cambia nulla: lo strumento va, non dà nessun problema, non ha componenti criogeniche, non ha nessun acciacco: insomma, può arrivare fino alla fine della missione».
Il prossimo flyby di Juno su Giove – sarà il suo tredicesimo – è in programma per il prossimo 16 luglio. Vedremo quali nuove informazioni e straordinarie immagini ci invierà a Terra.