Non ci sarebbe bisogno di introdurre il contributo della materia oscura per spiegare la dinamica delle galassie nane che si trovano in prossimità della Via Lattea. Questo in sintesi il risultato di un nuovo studio appena pubblicato su Astrophysical Journal a cura di ricercatori dell’Osservatorio di Parigi, del Cnrs francese e dell’Osservatorio astronomico nazionale cinese.
I cosmologi hanno finora spiegato l’anomala velocità dei moti stellari riscontrati nelle galassie nane – composte da un numero di stelle variabile da 100 milioni ad alcuni miliardi – con una presenza massiccia di materia oscura, anche migliaia di volte superiore a quella ordinaria, specie in quelle più piccole.
Osservando la dinamica di 17 galassie nane satelliti della Via Lattea, gli autori del nuovo studio hanno scoperto una correlazione particolarmente stretta tra il supposto contenuto di materia oscura e la forza di gravità esercitata dalla nostra galassia.
La relazione è così forte che la probabilità che si tratti solo di una coincidenza è stimata inferiore a una parte su 10 miliardi. Secondo gli autori, questo implica che sia la forza gravitazionale della Via Lattea a controllare i movimenti stellari in queste galassie nane, e non la materia oscura in esse presenti.
I ricercatori hanno dimostrato che quando queste galassie nane incontrano l’alone della Via Lattea per la prima volta possono essere spinte significativamente fuori dall’equilibrio, e i loro moti stellari possono essere completamente governati dalle forze gravitazionali della Via Lattea. Questo sostiene uno scenario in cui le galassie nane non sono satelliti della Via Lattea da miliardi di anni: le nubi di Magellano, le due galassie nane più massicce nell’alone della Via Lattea, sono infatti al loro primo passaggio.
Durante l’ultimo miliardo di anni, diverse piccole galassie ricche di gas freddo si sono inoltrate nelle vicinanze della nostra galassia. L’alone della Via Lattea contiene gas molto caldo, a temperature superiori a un milione di gradi, che ha spogliato le galassie nane del loro gas freddo, inducendo grande instabilità nei movimenti delle stelle residue.
Secondo gli autori, questo studio può influenzare la maggior parte delle conoscenze attuali riguardo al contenuto di materia oscura nelle galassie nane, poiché potrebbe essere esteso a quelle conosciute in prossimità della galassia di Andromeda.
«Questi risultati non dimostrano l’assenza di materia oscura nelle galassie nane, anche se non c’è alcuna ragione per supporne ulteriormente la presenza in mancanza di qualsiasi evidenza», spiega François Hammer dell’Osservatorio di Parigi, primo autore dello studio.
Una conferma di questi risultati potrà venire dai dati raccolti dal satellite europeo Gaia, che sta realizzando il censimento delle stelle nella nostra galassia.
Per saperne di più:
- Leggi l’articolo su Astrophysical Journal “Galactic forces rule dynamics of Milky Way dwarf galaxies”, di Francois Hammer, Yanbin Yang, Frederic Arenou, Carine Babusiaux, Jianling Wang, Mathieu Puech, Hector Flores
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