Durante la loro breve esistenza, appena pochi milioni di anni, le stelle di grande massa – quelle con masse maggiori di 8 masse solari – di classe spettrale O e B-early possono influenzare violentemente l’ambiente circostante, grazie alla loro copiosa emissione di raggi Uv e intensi venti stellari. Una singola stella di classe spettrale O può arrivare a perdere ogni anno fino a un terzo della massa della Terra, in un vento che raggiunge velocità anche di 1600–2500 km al secondo.
Sia nella nostra galassia che in galassie vicine, soprattutto nelle Nubi di Magellano, conosciamo regioni di formazione stellare massive che contengono decine o centinaia di stelle O e B. I loro venti violenti possono collidere tra loro o impattare con il gas e le polveri che riempiono queste regioni (mezzo intra-cluster), dando vita a fenomeni interessanti e altamente energetici. In particolare, la produzione di shock dissipativi nel mezzo intra-cluster, modificandone le condizioni fisiche e depositando in esso enormi quantità di energia, e producendo un’emissione copiosa di radiazione X diffusa.
La presenza di emissione diffusa ai raggi X in regioni di formazione stellare con stelle massive è stata confermata solo in pochi casi: le nebulose Rosetta e Omega, la nebulosa di Orione e la nebulosa della Carena. Nello studio “Diffuse X-ray emission in the Cygnus OB2 association” di Juan Facundo Albacete-Colombo dell’Universidad de Rio Negro (Argentina), condotto in collaborazione con gli astronomi Ettore Flaccomio, Mario Guarcello, Giusi Micela e Salvatore Sciortino dell’Osservatorio astronomico dell’Inaf di Palermo e accettato per la pubblicazione dalla rivista Astrophysical Journal Supplement, una emissione diffusa ai raggi X è stata trovata e analizzata nella regione di formazione stellare massiva Cygnus OB2.
La scoperta è stata possibile grazie alle osservazioni della regione realizzate con il satellite Nasa Chandra per il progetto Chandra Cygnus OB2 Legacy, guidato da Jeremy Drake dello Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (Usa). Dopo aver rimosso circa ottomila sorgenti puntiformi dalle immagini, gli autori hanno identificato la presenza di emissione ai raggi X diffusa che riempie la cavità nella nebulosa che ospita l’associazione stellare Cygnus OB2, con una luminosità pari a 4.2×1034 erg/s nella banda 0.5-7 keV. Questa emissione diffusa è prodotta sia da shock dissipativi tra il vento stellare e il mezzo intra-cluster, sia da collisioni tra i venti stellari prodotti dalla ricca popolazione di stelle massive nella regione. Il gas diffuso è riscaldato da questi processi fino a temperature di milioni di gradi. Gli autori hanno identificato tre componenti termiche principali a 1.2, 4.9 e 14 milioni di gradi.
Per saperne di più:
- Leggi su Astrophysical Journal Supplement l’articolo “Diffuse X-ray emission in the Cygnus OB2 association”, di Albacete Colombo, J. F.; Drake, J. J.; Flaccomio, E.; Wright, N. J.; Kashyap, V.; Guarcello, M. G.; Briggs, K.; Drew, J. E.; Fenech, D. M.; Micela, G.; McCollough, M.; Prinja, R. K.; Schneider, N.; Sciortino, S. e Vink, J. S.