Fin troppo spesso dobbiamo riconoscere la scarsità di “quote rosa” nel mondo della scienza e della tecnologia. Un caso raro, una sorta di eccezione che non conferma la regola, è quello del progetto Square Kilometre Array (Ska). Tra le centinaia di persone che in 20 paesi in tutti e cinque i continenti lavorano per costruire il radiotelescopio più grande del mondo ci sono molte donne esperte e di talento che stanno lasciando il segno.
Qualche giorno fa è stata celebrata la Giornata internazionale delle donne in ingegneria e la Ska Organisation ha intervistato una delle donne del gruppo italiano che lavora ormai da anni al progetto.
Maria Grazia Labate è un’ingegnere sistemista di origini calabresi che da anni lavora nel quartier generale Ska a Manchester. Nello specifico, Maria Grazia si occupa delle antenne a bassa frequenza che verranno costruite in Australia Occidentale. Parte del suo lavoro è assicurarsi che le antenne che verranno costruite corrispondano alle specifiche necessarie alle grandi scoperte scientifiche che sono in programma. «La cosa grandiosa dell’essere un ingegnere è che metti le tue idee su carta e poi le costruisci. Hai bisogno di conoscere molti concetti diversi – elettromagnetismo, termica, meccaniche, per esempio – per vedere come la teoria e la pratica lavorano insieme. Essere un ingegnere ti aiuta anche ad applicare quel modo di pensare nella tua vita quotidiana, a trovare soluzioni pratiche quando ne hai bisogno».
E aggiunge: «Come donna nell’ingegneria, è bello sfidare un mondo tradizionalmente “maschile” usando le abilità femminili per risolvere le cose. Mia madre è brava a trovare soluzioni e questo mi ha sempre fatto pensare che le donne abbiano un vero talento nel risolvere i problemi. Mi piacerebbe vedere questi contributi incorporati nella prossima generazione di progetti e strumenti scientifici e ingegneristici».
Sul progetto Ska dice che «scoprirà l’ignoto. Saremo in grado di dimostrare ciò che attualmente è solo teoria e cercare cose che non sono state viste dall’inizio dell’universo. Nessuno può mirare più in alto, è così affascinante».