La sonda della Nasa New Horizons, celebre per aver sorvolato il pianeta nano Plutone tre anni fa, sta per raggiungere la parte più esterna del Sistema solare. Il suo obiettivo è uno dei corpi minori presenti nella fascia di Kuiper denominato 2014 MU69, o più semplicemente Ultima Thule. Obiettivo che New Horizons raggiungerà tra poco più di 4 mesi: precisamente, il primo gennaio 2019 alle 18:33 ora italiana. Ora la navicella spaziale – partita dalla Terra il 19 gennaio 2006 dalla base di Cape Canaveral, in Florida – è riuscita anche a fotografare il planetoide, grazie allo strumento telescopico Lorri (Long Range Reconnaissance Imager). Ultima Thule appare come un puntino minuscolo in lontananza tra le stelle, ma comunque visibile, e la sonda è sulla traiettoria giusta per raggiungerlo.
Il nome dell’oggetto è stato scelto tra i 39 mila proposti dagli appassionati di tutti il mondo. Thule è una lontanissima isola mitologica nella letteratura medievale e nella cartografia. Ultima Thule significa “oltre Thule” – oltre i confini del mondo conosciuto – e simboleggia l’esplorazione degli oggetti più lontani nel nostro Sistema solare.
Realizzati lo scorso 16 agosto a una distanza di 172 milioni di chilometri, i 48 scatti che compongono l’immagine qui sopra sono i primi a localizzare con esattezza il piccolo mondo ghiacciato (forse si tratta di due mondi), scoperto da Hubble nel 2014, in orbita a 1,6 miliardi di chilometri da Plutone e a 6,5 miliardi di chilometri dalla Terra. Le prossime osservazioni saranno utili al team che gestisce le operazioni di volo per perfezionare la rotta della navicella.
Non è semplice distinguere bene Ultima Thule tra le stelle fotografate da Lorri. «È come cercare un ago in un pagliaio. In queste prime immagini», spiega Hal Weaver, scienziato del progetto New Horizons e principal investigator dello strumento Lorri per il Johns Hopkins Applied Physics Laboratory di Laurel, nel Maryland, «Ultima appare solo come un bozzo a fianco di una stella che è circa 17 volte più luminosa, ma Ultima diventerà più luminoso e più facile da vedere man mano che la sonda spaziale si avvicina».
Perché studiare questo oggetto così lontano da noi? A differenza degli asteroidi, gli oggetti della Fascia di Kuiper vengono riscaldati solo leggermente dal Sole, e per questo si pensa che rappresentino un campione ben conservato (in un certo senso, “surgelato”) di come appariva il Sistema solare esterno nei momenti successivi la sua nascita 4,6 miliardi di anni fa.
L’arrivo di New Horizons vicino al planetoide segnerà diversi record: il primo passaggio ravvicinato (flyby) attorno a un oggetto della Fascia di Kuiper, ma anche l’esplorazione più lontana di qualsiasi corpo planetario nella storia, battendo il suo stesso primato ottenuto nel luglio 2015, quando arrivò attorno a Plutone. Le immagini pubblicate dalla Nasa sono anche le più distanti dal Sole mai scattate.