Lunedì prossimo, 17 settembre, aprirà il 104esimo Congresso nazionale della Società italiana di fisica (Sif), che proseguirà per i successivi cinque giorni presso l’Università della Calabria. Durante la cerimonia di inaugurazione del congresso, si terranno le premiazioni dei vincitori dei premi Sif 2018. Uno di questi, il premio “Vincenzo Ferraro” per la fisica dei plasmi è stato assegnato a Tommaso Alberti, 29enne originario di Castrovillari, ma da sempre vissuto a Laino Borgo, un piccolo paese ai piedi del Pollino, dalla parte di Cosenza. Alberti si è appassionato alla fisica durante il liceo scientifico a Mormanno, proseguendo poi gli studi all’Università della Calabria, occupandosi di evoluzione e simulazione del clima sulla Terra. Durante il dottorato ha ampliato la ricerca anche alle interazioni tra il vento solare e la magnetosfera terrestre, trascorrendo alcuni periodi presso l’Istituto di astrofisica e planetologia spaziali dell’Inaf di Roma, dove è oggi assegnista di ricerca, occupandosi di particelle energetiche solari e della loro relazione con la natura turbolenta del mezzo interplanetario, sotto la supervisione di Monica Laurenza. E dove – grazie a Giuseppe Consolini, ricercatore dello stesso istituto – è nata l’idea del lavoro che lo ha portato al premio, “per i suoi interessanti studi”, recita la motivazione, “sull’esistenza di una separazione di scala tra i processi legati alla dinamica veloce e lenta della magnetosfera terrestre”.
Anzitutto complimenti. Se lo aspettava?
«Devo dire che sono stato piacevolmente sorpreso di ricevere il premio per questo lavoro, che ritengo possa essere molto importante per la comprensione della dinamica della magnetosfera terrestre e delle implicazioni in ambito dello space weather»
Di che lavoro si tratta?
«La pubblicazione oggetto del premio Sif riguarda l’evidenza quantitativa dell’esistenza di una separazione di scala tra i diversi processi che caratterizzano la risposta della magnetosfera terrestre in funzione della variabilità del vento solare. La Terra è circondata da uno scudo magnetico che ci protegge dal mezzo interplanetario, dominato da un flusso di particelle cariche note come vento solare. La forma, la dinamica e l’evoluzione della magnetosfera terrestre dipendono sia da processi che hanno sede all’interno di questa regione sia da processi che vengono influenzati direttamente dai cambiamenti nei parametri del vento solare (campo magnetico, velocità, energia). Il nostro lavoro ha permesso di identificare quali siano le scale temporali caratteristiche di questi cambiamenti, che avvengono su scale temporali tipiche maggiori di 200 minuti, mentre la dinamica veloce (quella su scale più piccole) sembra non presentare alcun grado di correlazione con la dinamica del vento solare».
Ed è un risultato importante?
«Sì, rappresenta un passo in avanti sia quel che riguarda la comprensione della dinamica della magnetosfera, ma soprattutto per gli studi relativi alla modellizzazione della dinamica magnetosferica che si inquadrano anche nel contesto di previsione della cosiddette tempeste geomagnetiche. Tali attività geomagnetiche influenzano la nostra società sia dal punto di vista della salute degli astronauti in orbita, che posso trovarsi esposti a radiazioni ad alta energia, sia dal punto di vista tecnologico, poiché l’intensa attività magnetica può danneggiare i satelliti in orbita attorno alla Terra, e quindi malfunzionamenti alle reti di comunicazione e Gps, o provocare black-out elettrici sulla Terra».
Veniamo al premio: in cosa consiste? Solo gloria o c’è qualcosa di concreto?
«Beh sì, oltre alla gloria c’è anche un premio in denaro, del valore di 1000 euro».
Quando le verrà consegnato?
«Andrò a ritirarlo io stesso al Congresso nazionale della Sif, che si terrà proprio dove è iniziata la mia carriera scientifica. È un bel riconoscimento, e sono felice di poterlo ritirare personalmente».
Ha già programmi su come spenderlo?
«Ancora non ho deciso esattamente cosa farne, forse un viaggio, forse qualche regalo. Vi terrò aggiornati, se volete».