Saltellano. Fotografano. E ci inviano le immagini tramite un ponte radio con la sonda madre, Hayabusa-2, a 300 milioni di km dalla Terra. Immagini ancora imperfette, un po’ mosse. E proprio perché mosse ancora più emozionanti: sono le prime fotografie mai scattate sul campo da oggetti approdati su un asteroide e in grado di muoversi. Né lander (come lo sfortunato Philae di Rosetta) né propriamente rover (come i robottini con le ruote che si aggirano per Marte), i due moduli Rover-1A e Rover-1B sono una coppia di hopper: si spostano saltellando. E che salti: grazie alla ridotta gravità dell’asteroide, dovrebbe trattarsi di salti da un quarto d’ora ciascuno, in grado di produrre spostamenti di una quindicina di metri.
L’operazione è in corso già da parecchie ore, da quando, dopo essersi separati – alle 6:06 ora italiana di venerdì mattina, 21 settembre – dalla sonda madre Hayabusa-2, i due grilli giapponesi si sono calati, a bordo del “contenitore” Minerva-II1, sulla superficie dell’asteroide Ryugu.
Poi cos’è accaduto? Lo abbiamo chiesto a Ernesto Palomba, ricercatore all’Inaf Iaps di Roma, membro del team di Hayabusa-2 e co-investigator della camera Onc e dello spettrometro Nirs3,
«Appena toccato il suolo dell’asteroide, la microsonda Minerva-II1 si è aperta, lasciando uscire i due rover, che proprio ieri hanno comunicato con la sonda madre, mandando le prime immagini del suolo di Ryugu e dicendo che stanno tutti bene e cominciano a passeggiare sull’asteroide. Un momento storico per l’esplorazione spaziale».
Perché storico?
«È la prima volta che l’uomo manda sulla superficie di un piccolo corpo planetario un robot mobile. L’agenzia spaziale giapponese ci aveva provato già 13 anni fa, durante la prima missione Hayabusa, ma in quel caso il rilascio non ebbe successo. Poco meno di 4 anni fa anche l’Esa – l’agenzia spaziale europea – aveva tentato il rilascio della sonda Philae sulla superficie della cometa Churyumov-Gerasimenko, ma purtroppo anche in quell’occasione l’esperimento non ebbe successo. A ogni modo in quel caso si trattava di un di un lander, e non di un robot mobile».
I moduli saltellanti approdati sull’asteroide sono due. Ma non ne trasportava a bordo tre, la sonda?
«Minerva-II1 conteneva due soli rover. C’è un altro Minerva (Minerva-II2), che sarà sganciato nei prossimi mesi, che contiene un solo rover, il terzo, che si trova dunque ancora a bordo della sonda madre».
Tornando ai due rover approdati sull’asteroide: cosa si sa al momento del loro stato? Funzionano entrambi? E cosa può dirci della qualità delle fotografie, per ora un po’ bruttarelle?
«I rover funzionano perfettamente e stanno inviando a terra le prime immagin, che mostrano il distacco dalla sonda madre e i loro primi saltelli sulla superficie. Per questo motivo le immagini sono spesso sfocate o mosse, non certo belle. Tra qualche giorno ci aspettiamo qualche foto di
qualità migliore».
Oltre a saltare e scattare foto, i due rover hanno altri compiti?
«Dovrebbero rimandarci a terra misure della temperatura del suolo, che sono molto importanti per capire quanto le temperature calcolate dalla sonda madre con un sensore infrarosso siano accurate».
Prossima tappa della missione?
«Tra circa due settimane è previsto il rilascio del lander europeo Mascot (costruito da Germania e Francia), che produrrà molti dati scientifici riguardanti la superficie dell’asteroide».