Gli studiosi che danno la caccia al nono pianeta – o Pianeta X – non si danno per vinti e sono sicuri che un giorno verrà confermata dalla comunità scientifica la presenza di un oggetto classificabile come pianeta oltre l’orbita di Plutone (che ricordiamo essere un pianeta nano ormai dal 2006). Di ipotesi e falsi positivi ce ne sono stati tanti in questi anni e gli studi portati avanti da Scott Sheppard (Carnegie Institution for Science), Chad Trujillo (Northern Arizona University) e David Tholen (University of Hawaii) sembrano dare ancora più credito all’esistenza di questo corpo gigante ancora sconosciuto che influenzerebbe le orbite degli oggetti alla periferia del nostro vicinato.
I tre scienziati hanno scoperto l’oggetto di tipo planetario più distante dal Sole a oggi noto nel Sistema solare. Si chiama 2015 TG387 – Goblin il suo soprannome – ed è stato studiato a lungo dal gruppo di esperti: all’epoca della scoperta (dal nome in codice si evince che risale al 2015), Goblin si trovava a 80 unità astronomiche (Ua) dal Sole, il che vuol dire quasi 12 miliardi di chilometri dal Sole (un’unità astronomica è la distanza tra la nostra stella e la Terra ed è stata presa come unità di misura per tutti gli altri oggetti studiati finora). Giusto per chiarirci le idee, Plutone si trova a 34 Ua.
Cos’ha di particolare? Con un diametro di circa 300 chilometri, la sua orbita è molto allungata e il suo perielio (il punto più vicino al Sole) non supera le 65 Ua. Per studiare tutte le coordinate orbitali sono stati necessari tre anni ma non è stato semplice osservarlo, perché si muove lentamente e perché l’orbita è così estesa. Per adesso e fino a quando non verrà scoperto il nono pianeta, Goblin è il pianeta nano che orbita più lontano dal Sole: per completare un giro impiega 40mila anni terrestri.
Il pianeta nano è stato scoperto attorno al periodo di Halloween del 2015 (nel mese di ottobre) e da qui deriva il nome “Goblin” (sono delle creature leggendarie e malvagie). La scoperta è stata attribuita al telescopio giapponese Subaru alle Hawaii, ma numerose altre osservazioni hanno reso possibile la caratterizzazione dell’oggetto. Goblin non è da solo, lì fuori: gli fanno compagnia 2012 VP113 e Sedna (rispettivamente 80 76 unità astronomiche) che hanno un perielio più distante ma orbite decisamente più brevi. L’afelio di Goblin (cioè il punto di distante dal Sole) è a 2300 Ua. Si tratta di tre oggetti interessanti per gli studiosi, perché tramite loro è possibile scoprire cosa accade nella parte interna della Nube di Oort e quindi nella zona più periferica del Sistema solare.
Nella Nube di Oort (dove nascono le comete) potrebbero esserci migliaia di oggetti simili a 2015 TG387, che però sono eccessivamente lontani per essere osservati agilmente con gli strumenti attualmente a disposizione. Goblin è stato osservato, infatti, durante il passaggio al perielio, quindi «per il 99% della sua orbita di 40 mila anni sarebbe troppo debole da vedere», ha detto Tholen.
La caccia ai pianeti nani e a oggetti molto distanti nel Sistema solare potrebbe portare presto alla definizione del nono pianeta, posizione una volta ricoperta da Plutone ed è possibile che il Pianeta X debba ancora essere avvistato. Dalle simulazioni computerizzate effettuate in questi anni si evince chiaramente che le orbite di 2012 VP113, Sedna e Goblin sembrano essere influenzate dalla gravità di qualcosa di più grande ma ancora sconosciuto, appunto il Pianeta X.
Per saperne di più:
- Leggi il preprint dell’articolo “A New High Perihelion Inner Oort Cloud Object“, di Scott Sheppard, Chadwick Trujillo, David Tholen, Nathan Kaib