IL LANDER DELLA MISSIONE HAYABUSA 2

Mascot è atterrato sull’asteroide Ryugu

Grazie a un perfetto volo in caduta libera di 51 metri percorsi in 20 minuti, il lander Mascot è diventato il primo abitante dell’asteroide Ryugu. Nelle 16 ore di durata della batteria, analizzerà diverse zone della superficie asteroidale

     03/10/2018

L’ombra di Mascot (in alto a dx) sulla superficie di Ryugu fotografata dallo stesso lander durante la discesa. Crediti: Dlr

Probabilmente non troverà una foresta di baobab, né tantomeno un Piccolo Principe a incalzarlo con domande spiazzanti, ma il minuscolo lander Mascot della missione giapponese Hayabusa 2 sta scrivendo ora una delle più belle storie sull’esplorazione di asteroidi, analizzando – per la prima volta – diversi punti della superficie.

Oggi, alle quattro di mattina, il lander Mascot – realizzato dall’agenzia spaziale tedesca Dlr in collaborazione con quella francese Cnes – è stato rilasciato dalla sonda madre a una distanza di 51 metri dall’asteroide Ryugu, localizzato a circa 300 milioni di chilometri dalla Terra, di forma quasi sferica di circa 900 metri di diametro e con un periodo di rotazione di 7.6 ore.

Mascot – un parallelepipedo dalla struttura in fibra di carbonio, con il lato lungo da 30 centimetri e pesante una decina di chili – ha fluttuato lentamente in caduta libera, appoggiandosi sulla superficie di Ryugu circa 20 minuti dopo.

Il distacco dalla sonda madre ha segnato l’inizio del conto alla rovescia per la durata della missione di Mascot che, essendo alimentato unicamente da una batteria, durerà approssimativamente 16 ore.

Un breve periodo frenetico in cui il sofisticatissimo scatolotto spaziale sta utilizzando ben quattro strumenti: una fotocamera (le cui immagini della discesa hanno già cominciato ad arrivare a Terra), un radiometro, uno spettrometro infrarosso e un magnetometro. Grazie a un piccolo braccio rotante e a un sistema di pesi eccentrici, la piccola sonda può ruotare su sé stessa, posizionandosi correttamente e muovendosi sulla superficie.

Il centro di controllo Dlr di Colonia. Creditit: Dlr

Il momento della separazione di Mascot da Hayabusa 2 era il più delicato per la missione del lander, perché non ci sarebbe stato sufficiente tempo per rimediare a eventuali errori.

Ma al centro di controllo della Dlr a Colonia, il sollievo era evidente sul volto degli operatori quando i dati ricevuti dalla sonda hanno confermato il successo delle operazioni.

«Non sarebbe potuta andare meglio», ha commentato il project manager di Mascot Tra-Mi Ho dell’Istituto di sistemi spaziali della Dlr.

Guarda l’animazione realizzata da Dlr: