Diciassette ore (una in più del previsto) dopo essere atterrato sull’asteroide Ryugu in quella che per noi era la prima mattina di mercoledì scorso 3 ottobre, il piccolo lander Mascot della missione giapponese Hayabusa 2 ha completato con successo il suo programma di esplorazione dello scabro corpo celeste.
Una giornata intensa, che a Mascot sono sembrate tre: tante quante le volte che il Sole è tramontato sull’orizzonte curvo dell’asteroide, il cui ciclo giorno/notte dura 7 ore e 36 minuti. E tanti quanti i salti che il lander – frutto della collaborazione tra l’agenzia spaziale tedesca Dlr e quella francese Cnes – ha compiuto per cambiare punto di osservazione della superficie.
Durante le prime manovre, Mascot si è spostato di alcuni metri fino al punto di misurazione successivo. Constatando che il lander aveva ancora carica residua nella batteria, i tecnici al centro di controllo Dlr di Colonia hanno deciso di provare a fare un salto ancora più grande.
Come da programma, Mascot è stato perfettamente in grado di acquisire dati sulla composizione e struttura dell’asteroide nelle diverse zone in cui si è spostato. Prima che la batteria si esaurisse del tutto, il lander ha inviato tutti i dati scientifici alla sonda madre Hayabusa2, che li sta ritrasmettendo a Terra.
Alcune immagini dell’atterraggio di Mascot sono state presentate oggi in anteprima dalle agenzie spaziali Dlr, Jaxa e Cnes all’International Astronautical Congress in corso a Brema (Germania).
«La valutazione dei preziosi dati è appena iniziata. I restanti dati scientifici trasmessi da Mascot a Hayabusa 2 verranno inviati a Terra nei prossimi giorni», ha spiegato il project manager di mascot Ho Tra-Mi dell’Istituto per i sistemi spaziali Dlr. «Impareremo molto sul passato del Sistema solare e sull’importanza degli asteroidi near-Earth come Ryugu».