In uno studio pubblicato su Astrophysical Journal Letters un team di ricercatori ha scoperto nuove informazioni su uno dei fenomeni più misteriosi ed elusivi dell’universo: i lampi radio veloci (fast radio burst), potenti impulsi di onde radio provenienti dallo spazio profondo con una durata di appena pochi millisecondi.
I ricercatori hanno messo a sistema per le osservazioni due radiotelescopi situati nell’outback australiano: il Murchison Widefield Array (Mwa) e l’Australian Square Kilometre Array Pathfinder (Askap) della Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (Csiro), sincronizzati per osservare lo stesso punto del cielo alla ricerca di questi lampi di energia eccezionalmente brillanti provenienti dallo spazio profondo.
Proprio di recente un altro team di ricerca australiano – utilizzando la nuova tecnologia di Askap, l’insieme di radiotelescopi situati nel Western Australia – ha quasi raddoppiato il numero dei fast radio burst noti. Ora, in questo nuovo studio, gli astronomi hanno osservato che mentre Askap ha rilevato diverse raffiche radio estremamente luminose e veloci, Mwa – che scansiona il cielo alle frequenze più basse – non ha visto nulla, anche se puntato sulla stessa area del firmamento e nello stesso momento.
L’autore principale dello studio, Marcin Sokolowski della Curtin University – che fa parte dell’International Centre for Radio Astronomy Research (Icrar), una joint venture tra la Curtin University e la Western Australia University, con il supporto e il finanziamento del Governo dello Stato dell’Australia Occidentale – ha spiegato che il fatto che i lampi radio veloci non siano stati osservati a frequenze più basse è molto significativo. «Quando Askap vede questi eventi estremamente luminosi e Mwa non lo fa», nota lo scienziato, «vuol dire che sta succedendo qualcosa di veramente inaspettato: o i lampi radio veloci non emettono basse frequenze, o i segnali vengono bloccati nel loro tragitto verso la Terra».
Uno dei coautori dello studio, Ramesh Bhat, anche lui della Curtin University, ha invece sottolineato il grande coordinamento che è stato necessario necessario perché Askap e Mwa osservassero contemporaneamente la stessa porzione di cielo. I due telescopi hanno potuto catturare la stessa vista perché sono entrambi localizzati nel deserto della remota regione di Murchison, nell’Australia Occidentale.
«I lampi radio veloci sono imprevedibili, quindi non è facile catturarli quando entrambi i telescopi stanno guardando nella stessa direzione. Ci sono voluti molti mesi di Askap e di co-tracking con Mwa nella stessa porzione del cielo, assicurandoci la sovrapposizione ottimale dei loro punti di vista», ricorda Bhat «per avere la possibilità di catturare alcune di queste enigmatiche esplosioni. La sfida consisteva proprio nel fare in modo che tutto avvenisse in automatico, ma ha dato i suoi frutti».
«È davvero emozionante avere un’idea delle origini di queste incredibili esplosioni di energia provenienti dall’esterno della nostra galassia», ha aggiunto l’astronomo dell’Icrar-Curtin Jean-Pierre Macquart, coautore della ricerca, ricordando come i lampi radio veloci abbiano suscitato grandi perplessità negli astronomi sin dalla scoperta della prima “raffica” nel 2007.
Le osservazioni fatte con Mwa aggiungono un pezzo importante all’enigma sull’origine di questo fenomeno, e il risultato è stato possibile solo grazie a questo “tango”: un vero e proprio paso doble tecnologico tra i due telescopi.
Per saperne di più:
- Leggi su Astrophysical Journal Letters l’articolo “No low-frequency emission from extremely bright Fast Radio Bursts“, di M. Sokolowski, N. D. R. Bhat, J.-P. Macquart et al.