GIÀ IN COSTRUZIONE ELT, SEMAFORO VERDE PER TMT

Dal Cile alle Hawaii, è l’ora dei megatelescopi

È attesa nei prossimi anni l’entrata in funzione di due mastodontici telescopi. La costruzione dell'Extremely Large Telescope europeo da 39 metri ha già avuto inizio, mentre il Thirty Meter Telescope americano ha appena vinto una difficile battaglia legale per l’uso del sito di Mauna Kea

     05/11/2018

Rendering artistico del Thirty Meter Telescope in cima al Mauna Kea. Crediti: Tmt International Observatory/Wikimedia Commons

Nei prossimi anni vedremo il sorgere di strutture mastodontiche dedicate allo studio del cosmo. Nello specifico, oggi parliamo dell’’Extremely Large Telescope (Elt), che è attualmente in costruzione nel remoto deserto cileno di Atacama, e del Thirty Meter Telescope (Tmt), telescopio gigante con un’invidiabile ottica dal diametro di 30 metri che verrà costruito – salvo problemi giuridici –  alle Hawaii.

Nell’autunno del 2016, a seguito di numerose proteste, la Corte Suprema delle Isole Hawaii aveva deciso deciso di fermare il cantiere del Tmt perché il luogo prescelto dagli scienziati sarebbe un centro spirituale meritevole di speciali protezioni culturali. Dopo due anni di battaglie legali è giunto il verdetto: il telescopio da 1,4 miliardi di dollari ha ricevuto l’ultimo via libera dalla corte suprema, che si è pronunciata a favore della costruzione. Gli “avversari” hawaiani del telescopio restano ora poche opzioni legali da percorrere, inclusa una petizione da sottoporre all’attenzione della Corte Suprema degli Stati Uniti. Nel frattempo, i funzionari della Tmt avevano preso in considerazione un sito alternativo per il telescopio, nelle isole Canarie, nel caso in cui non si riuscissero a superare gli ostacoli alla costruzione. Potrebbero volerci mesi prima che si decida di andare avanti alle Hawaii: tra i problemi all’ordine del giorno c’è quello di riavviare il cantiere a Mauna Kea, viste le proteste scoppiate l’ultima volta che hanno provato a farlo. L’inaugurazione di questa gigantesca struttura avverrà non prima del 2025, ma forse si dovrà attendere anche di più.

Le fondamenta dell’Elt dell’Eso in Cile. Crediti: G. Hüdepohl/Eso

Decisamente più consolidata è invece la situazione in Cile, dove il telescopio europeo Elt la farà da padrone: i lavori sono già in corso, e una volta completato raccoglierà più luce di oltre 200 telescopi spaziali come il telescopio Hubble.

Attualmente, i più grandi specchi primari – quelli con i quali un telescopio raccoglie la luce – attualmente in funzione negli osservatori dell’Eso sono quelli da 8,2 metri di diametro dei quattro telescopi che formano il Very Large Telescope (Vlt). Con il suo enorme specchio primario da 39 metri, il futuro Elt supererà il già impressionante Vlt. Tuttavia, la costruzione di un singolo specchio di sufficiente qualità scientifica di tali dimensioni non è fisicamente possibile: lo specchio primario dell’Elt sarà dunque formato da una complessa struttura a nido d’ape di 798 specchi esagonali da 1,4 metri ciascuno, perfettamente incastrati l’uno con l’altro.

Trovare un sito adatto per una tale struttura non è stato un compito facile. Oltre a richiedere condizioni asciutte e l’assenza di inquinamento atmosferico ad alta quota (necessarie per il successo delle osservazioni astronomiche), l’Extremely Large Telescope aveva bisogno di uno spazio enorme su cui estendere le sue fondamenta. Il complesso progetto di costruzione dell’Elt è iniziato col botto (letteralmente!), quando è stata appiattita la cima della montagna di Cerro Armazones in Cile, diminuendo la sua altezza di 18 metri. Il telescopio dovrebbe essere pronto nel 2024.