Il Corriere della Sera presenta una nuova collana in 25 volumi, Lezioni di fisica: uno strumento che vuole aiutare il pubblico di non addetti ai lavori ad esplorare le nuove frontiere di una materia che spesso sentiamo lontana da noi, attraverso il racconto e la spiegazione di docenti e ricercatori dell’Istituto nazionale di fisica nucleare e dell’Istituto nazionale di astrofisica.
Gli argomenti trattati nella collana spaziano dalla fisica teorica e sperimentale, ai paradossi quantistici e alle indagini astrofisiche nelle profondità dell’universo, per arrivare fino alle ricerche di frontiera sul teletrasporto e sulla vita extraterrestre. L’opera vuole essere una chiave per trovare le risposte alle tante domande, ma anche per porsi nuove domande, e per mostrare il fascino di una materia considerata spesso di difficile comprensione, ma che permea la nostra vita quotidiana. È la scienza della natura nel senso più ampio: il termine ‘fisica’ deriva dal neutro plurale latino physica, che sta per natura, cose naturali.
Qualcosa che quindi ci riguarda molto da vicino.
Tre dei volumi sono firmati da scienziati dell’Istituto nazionale di astrofisica: Patrizia Caraveo, John Robert Brucato e Tomaso Belloni – ognuno impegnato a raccontare e far conoscere il proprio campo di studi, rispettivamente: la fisica delle alte energie, l’origine extraterrestre della vita e i buchi neri.
Abbiamo chiesto loro di spiegarci perché questi argomenti dovrebbero interessare al grande pubblico.
Patrizia Caraveo, dirigente di ricerca dell’Istituto di astrofisica spaziale e fisica cosmica dell’Inaf di Milano, ha come campo d’interesse principale il comportamento delle stelle di neutroni alle diverse lunghezze d’onda ed è stata tra i primi a intuire il ruolo fondamentale delle stelle di neutroni nell’astrofisica delle alte energie. In questa collana è autrice del libro L’Universo Violento, dove approfondisce quella nuova branca dell’astrofisica che promette di aiutarci a carpirne i segreti: l’astronomia gamma. Un argomento oggettivamente difficile, che l’autrice ritiene importante divulgare al pubblico per dare rilievo all’importanza dei risultati raggiunti, ai quali gli scienziati italiani hanno dato un grande contributo. «Mi sono accorta che tutte le spiegazioni che vengono date nel riportare le notizie sulle più importanti scoperte recenti danno per scontate molte conoscenze che non appartengono al bagaglio culturale standard degli ascoltatori. Raggi cosmici, campi magnetici, radiazione elettromagnetica, fotoni e neutrini, senza dimenticare le onde gravitazionali», ha detto a Media Inaf. «L’astronomia gamma ci offre il canale migliore per studiare l’universo violento e oggi sta vivendo un momento particolarmente felice e produttivo all’interno del quale l’Italia gioca un ruolo importante, frutto di una lunga tradizione e di un continuo impegno della comunità scientifica».
John Roberto Brucato, dell’Osservatorio astronomico di Arcetri dell’Inaf, ci accompagna in un viaggio alla ricerca de La vita extraterrestre, ovvero della vita extraterrestre e dell’origine extraterrestre della vita. Si occupa di astrobiologia. In particolare, studia in laboratorio i processi chimici e fisici attivi nel Sistema solare e nel mezzo interstellare che guidano la formazione ed evoluzione della materia organica nello spazio, con lo scopo di comprendere i meccanismi di base che hanno permesso di formare la vita sulla Terra e, probabilmente, nello spazio. «Sapere se siamo soli nell’universo o se esistono forme di vita extraterrestre sono domande che l’uomo si pone da sempre», ci ha detto. «La ricerca della presenza di vita nello spazio è, pertanto, una delle tematiche scientifiche che tanto affascina il pubblico e che sta coinvolgendo un numero sempre un più ampio di ricercatori. La scoperta della vita nello spazio avrà risvolti culturali, etici e sociali profondi che ci forniranno una prospettiva diversa della presenza dell’uomo nell’universo».
Tomaso Belloni, dell’Osservatorio astronomico dell’Inaf di Brera , ha contribuito all’opera con il libro Buchi neri, un argomento affascinante, ma poco conosciuto. Previsti addirittura nel Settecento, i buchi neri sono ovunque, anche nella nostra galassia, apparentemente quiescenti e incorporei, ma pronti a ingoiare qualsiasi cosa capiti loro a tiro. Gli scienziati hanno cominciato negli ultimi anni a infrangere il mistero che li circonda, così da ottenere sempre più informazioni da essi, trasformandoli anche nell’estremo laboratorio scientifico dell’universo, dove mettere alla prova le teorie più avanzate della fisica per capire cosa accade quando la gravità diventa padrona del mondo mentre tutto il resto si annulla. «I buchi neri sono gli oggetti più esotici ed elusivi dell’universo», dice Belloni, «nelle loro immediate vicinanze lo spazio-tempo è così incurvato da generare effetti estremamente bizzarri, che da sempre suscitano la curiosità del pubblico. Nonostante la loro natura ‘oscura’, ne misuriamo la presenza in sistemi binari stellari e nei centri delle galassie, non ultima la nostra, e gli effetti che osserviamo sono molto energetici e spettacolari».
Insomma, se la prossima volta che al telegiornale sentirete di una scoperta sensazionale non volete sentirvi esclusi, se volete stupire gli amici con una dissertazione sui buchi neri all’uscita del cinema dopo aver visto un film di fantascienza, o se volete semplicemente capire meglio la realtà che ci circonda, questa è l’opera che fa per voi.