Ha avuto inizio sabato scorso e dura fino a domenica 25 novembre la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, un’iniziativa promossa dall’Unione europea per sensibilizzare cittadini, enti pubblici, associazioni e imprese sulle strategie e le politiche per contenere il problema dei rifiuti e per divulgare buone pratiche che aiutino a ridurli. Fra le oltre cinquemila azioni messe in campo in Italia in quest’occasione ce n’è anche una alla quale partecipa l’Istituto nazionale di astrofisica.
«L’Osservatorio astrofisico di Torino ha collaborato e collabora tuttora al lancio di numerose missioni spaziali dell’Esa e della Nasa – Soho, Hipparcos, Solar Orbiter, Euclid e Gaia, per citarne solo alcune – e quindi ha, sebbene indirettamente, contribuito a “sporcare” lo spazio con i resti di queste navicelle. Abbiamo perciò accolto con molto piacere l’offerta del comune di Pino Torinese di dedicare una serata a questi temi nell’ambito delle iniziative locali per la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti», spiega Daniele Gardiol dell’Inaf di Torino, «sperando in questo modo di riuscire a dare una corretta informazione e a sensibilizzare la cittadinanza su questo tema che sta assumendo sempre maggiore rilevanza».
Ecco dunque che questa sera – lunedì 19 novembre, alle 21, nell’auditorium di via Folis di Pino Torinese – l’astronomo dell’Inaf di Bologna Alberto Buzzoni incontrerà e dialogherà con il pubblico sul tema della spazzatura spaziale: oggetti lanciati dall’uomo nello spazio – pezzi di satelliti, sonde, pannelli solari – che possono diventare rifiuti potenzialmente pericolosi, non solo per gli astronauti e le loro navicelle, ma anche per tutti gli abitanti della Terra.
«È importante acquisire consapevolezza della quantità di rifiuti in orbita attorno a noi. Parliamo di tonnellate di materiale. Per dare un’idea», dice Buzzoni a Media Inaf, «in questo momento nello spazio ci sono all’incirca ottomila tonnellate di materiale [prodotto dall’uomo], gran parte del quale è “immondizia”: vale a dire, satelliti dismessi. Si va da oggetti molto grandi, come una corriera, a oggetti molto piccoli, come i bulloni, o addirittura le schegge di vernice che si staccano da razzi e satelliti. Le parti verniciate tendono a squamarsi, e anche minime scagliette di vernice – alle velocità alle quali sfrecciano in orbita – possono diventare pericolose».
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