Ci stiamo avvicinando al fatidico momento dell’atterraggio di InSight (Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport) sulla superficie di Marte. La sonda interplanetaria della Nasa è partita il 5 maggio 2018, in direzione del pianeta rosso, e l’atterraggio avverrà alle 20:54 (ora italiana) di lunedì 26 novembre, dopo oltre sei mesi di viaggio. Gli ingegneri della Nasa seguiranno da vicino il flusso di dati che ci permetterà di conoscere quasi in tempo reale la salute e la traiettoria di InSight, nonché di avere il monitoraggio del meteo marziano per capire se sarà necessario effettuare eventuali aggiustamenti dell’ultimo momento per prepararsi all’atterraggio.
«Atterrare su Marte è difficile, richiede abilità, attenzione e anni di preparazione», dice Thomas Zurbuchen. «Avendo bene in mente il nostro ambizioso obiettivo di mandare l’umanità sulla superficie della Luna e successivamente su Marte, sono certo che il nostro team di scienziati e ingegneri – l’unico al mondo a essere riuscito a fare atterrare con successo un sonda spaziale sulla superficie di Marte – farà tutto il possibile per fare atterrare con successo InSight sul Pianeta rosso».
InSight, la prima missione progettata per studiare l’interno di Marte, raggiungerà la sommità dell’atmosfera marziana tra pochi giorni, ad una velocità di ben 19.800 km/h e rallenterà fino a 8 km/h prima che le sue tre gambe tocchino il suolo marziano. Quella decelerazione estrema dovrà avvenire in poco meno di sette minuti.
«C’è un motivo per cui gli ingegneri chiamano la fase di atterraggio su Marte “i sette minuti di terrore”: non possiamo usare il joystick per l’atterraggio», spiega Rob Grover, responsabile della fase Edl (entrata, discesa e atterraggio) di InSight , «quindi dobbiamo affidarci ai comandi con i quali è stata programmata la sonda spaziale: abbiamo passato anni a testare i nostri piani, imparare da altri sbarchi su Marte e studiare tutte le condizioni che il pianeta ci potrebbe riservare. E resteremo vigili fino a quando InSight si sarà stabilito nella regione prescelta dell’Eliseo Planitia». Si tratta di una regione vulcanica che si trova in prossimità dell’equatore: un mastodontico complesso vulcanico il cui picco si eleva fino a 16 km di altezza. Sembra che questa sia una regione ancora geologicamente attiva, con le ultime colate di lava risalenti a pochi milioni di anni fa e rappresenti il luogo ideale per studiare il mantello e il sottosuolo marziano.
Se la missione sperimentale dei CubeSats Mars Cube One (MarCo) riuscirà a trasmettere i dati di InSight sulla Terra in tempo reale, il 26 novembre gli ingegneri saranno in grado di confermare rapidamente quali attività InSight ha completato durante quei sette minuti di terrore. I due veicoli spaziali MarCo (A e B) si stanno approssimando al punto di rendez-vous e le loro radio hanno già superato i loro primi test dello spazio profondo.
«I due satelliti MarCo, anche solo sopravvivendo fino ad oggi al viaggio, hanno fatto fare un salto da gigante ai CubeSats», ha dichiarato Anne Marinan, systems engineer dei MarCo al Jpl. «Ora ci stiamo preparando al loro prossimo test: assolvere le funzioni di un possibile modello per un nuovo tipo di ripetitore per le comunicazioni interplanetarie».
Se tutto va bene, i MarCo impiegheranno alcuni secondi per ricevere ed elaborare i dati prima di inviarli sulla Terra alla velocità della luce. Ciò significa che gli ingegneri del Jpl e di un altro team della Lockheed Martin Space di Denver saranno in grado di dire cosa ha fatto il lander durante l’Edl circa otto minuti dopo che InSight avrà completato le sue attività. Senza MarCo, il team di InSight dovrebbe aspettare diverse ore prima di ricevere i dati, passando dai principali percorsi di comunicazione: i ripetitori del Mars Reconnaissance Orbiter e dell’orbiter di Mars Odyssey, della Nasa.
Una volta che gli ingegneri appureranno che InSight è atterrato in sicurezza e che i pannelli solari si sono aperti correttamente, il team potrà impegnarsi per tre mesi sullo schieramento degli strumenti scientifici.
«Atterrare su Marte è eccitante, ma gli scienziati non vedono l’ora che InSight tocchi il suolo», nota Lori Glaze, direttore della Divisione Planetary Science presso la sede della Nasa. «Una volta che InSight si sarà ambientato sul pianeta rosso e che i suoi strumenti verranno messi in funzione, inizierà a raccogliere preziose informazioni sulla struttura delle profondità marziane, informazioni che ci aiuteranno a capire la formazione e l’evoluzione di tutti i pianeti rocciosi, incluso quello che chiamiamo casa».
«Le missioni precedenti non sono andate oltre la pelle di Marte», conclude Sue Smrekar, vice responsabile della missione InSight al Jpl. «Gli scienziati di InSight non vedono l’ora di esplorare il cuore di Marte».
Per saperne di più su InSight, guarda il video di MediaInaf Tv: