Lo scorso 16 dicembre la cosiddetta “cometa di Natale“, meglio conosciuta come 46P/Wirtanen, ha effettuato il suo passaggio ravvicinato alla Terra, permettendo ad astrofotografi professionisti e amatoriali di riprenderla in tutta la sua sfuggente bellezza. Ma l’oggetto è stato monitorato per settimane prima del suo arrivo. Le potenti antenne cilene dell’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (Alma) hanno “fotografato” la cometa lo scorso 2 dicembre riuscendo a “zoommare” nella regione più interna della sua chioma (cioè l’involucro gassoso che avvolge il nucleo).
La cometa si trovava a 16,5 milioni di chilometri dalla Terra, mentre al momento del perigeo, ovvero il punto della sua traiettoria più vicino al nostro pianeta, è arrivata a “soli” 11,6 milioni di chilometri (30 volte la distanza Terra-Luna). Con Alma è stato possibile riprendere il bagliore del suo nucleo provocato dalle molecole di acido cianidrico. Nell’immagine si vede perfettamente, infatti, una compatta regione di gas che avvolge la cometa.
Gli strumenti ottici (come mostrato sopra) non possono dare gli stessi risultati di strumenti radio come Alma, progettati per risolvere anche i dettagli più piccoli dell’Universo. Le due immagini, ottica e radio, a prima vista possono sembrare simili ma le differenze sono molte: l’immagine di Alma ha ripreso un’area 1000 volte più piccola rispetto allo strumento ottico (in questo caso una fotocamera digitale professionale accoppiata a un telescopio da 190 millimetri di diametro).