Il sorvolo di Plutone e della sua luna Caronte da parte della sonda spaziale New Horizons della Nasa ha fornito le prime immagini ad alta risoluzione di superfici craterizzate presenti nella fascia di Kuiper – una regione estesa, situata oltre Nettuno, popolata da corpi minori.
I crateri da impatto su Plutone e Caronte si sono formati in seguito a collisioni con altri oggetti della fascia di Kuiper – i cosiddetti Kbo, acronimo di Kuiper Belt Objects – con diametri che vanno da circa 40 chilometri a 300 metri, più piccoli della maggior parte dei Kbo osservati direttamente dai telescopi.
Le collisioni tra corpi del Sistema solare producono crateri da impatto su oggetti di grandi dimensioni con un tasso che dipende dalla popolazione dei piccoli corpi che impattano. Poiché Plutone e Caronte si trovano nella fascia di Kuiper, la distribuzione delle dimensioni dei crateri riflette la distribuzione delle dimensioni dei Kbo che hanno impattato. Alcune zone superficiali di Plutone e Caronte hanno probabilmente 4 miliardi di anni, quindi i loro crateri ci danno informazioni sulla distribuzione delle dimensioni dei Kbo da quando il Sistema solare si è formato.
Gli autori di un articolo pubblicato recentemente su Science, esaminando i crateri da impatto su Plutone e sulla sua luna Caronte (vedi immagine qui a fianco), hanno trovato una relativa scarsità di piccoli crateri di dimensioni inferiori a 13 chilometri di diametro, che non è possibile spiegare unicamente chiamando in causa il resurfacing geologico. Ciò implica un deficit di piccoli Kbo (con dimensioni inferiori al chilometro, fino a 2 chilometri di diametro) rispetto a quelli previsti dai modelli.
Per saperne di più:
- Leggi su Science l’articolo “Impact craters on Pluto and Charon indicate a deficit of small Kuiper belt objects” di K. N. Singer et al.