Per quasi un decennio gli astronomi hanno cercato di spiegare il motivo per cui, al di fuori del nostro Sistema solare, ci siano tante coppie di pianeti con una strana configurazione orbitale: sistemi in cui le orbite sembrano essere state allontanate da un potente meccanismo sconosciuto. In un articolo pubblicato il 4 marzo nell’edizione online della rivista Nature Astronomy, alcuni ricercatori dell’Università di Yale riportano di aver trovato una possibile spiegazione, riconducibile all’inclinazione significativa dei poli di tali pianeti.
La scoperta potrebbe avere un grande impatto sul modo in cui i ricercatori stimano la struttura, il clima e l’abitabilità dei pianeti extrasolari. La missione Kepler della Nasa ha rivelato che circa il 30 per cento delle stelle simili al Sole danno asilo a “super Terre“. Le loro dimensioni variano da quelle della Terra alle dimensioni di Nettuno, hanno orbite pressoché circolari e complanari, e impiegano meno di 100 giorni per fare un giro completo attorno alla loro stella. Eppure, curiosamente, un grande numero di questi pianeti esiste in coppia con orbite che si trovano appena al di fuori dei naturali punti di stabilità. Ed è qui che, secondo gli astronomi di Yale Sarah Millholland e Gregory Laughlin, entra in gioco l’obliquità, ossia quanto l’asse di rotazione del pianeta è inclinato rispetto al piano dell’orbita.
«Quando pianeti come questi hanno grandi inclinazioni assiali, al contrario del caso in cui l’inclinazione è poca o addirittura nulla, le loro maree sono estremamente più efficienti nel trasferire l’energia orbitale in calore nei pianeti», riferisce Millholland, prima autrice del lavoro. «Questa vigorosa dissipazione delle maree separa le orbite».
Una situazione simile, anche se non identica, esiste tra la Terra e la Luna. L’orbita della Luna sta lentamente crescendo (la Luna si sta allontanando dalla Terra di circa 38 mm all’anno) a causa della dissipazione dalle maree, e il giorno sulla Terra si sta gradualmente allungando (circa 2.3 millisecondi ogni secolo).
Laughlin, professore di astronomia, ha affermato che esiste una connessione diretta tra l’eccessiva inclinazione di questi esopianeti e le loro caratteristiche fisiche. «L’inclinazione incide su molte delle loro caratteristiche fisiche, come il clima, le condizioni meteorologiche e la circolazione globale», ha detto Laughlin. «Su un pianeta con una grande inclinazione assiale le stagioni sono molto più estreme di quelle su un pianeta ben allineato, e le condizioni meteorologiche su questi pianeti probabilmente non sono banali».
I due ricercatori hanno già iniziato a lavorare su uno studio di follow-up che si propone di esaminare come queste caratteristiche degli esopianeti cambiano nel tempo in funzione di grandi obliquità.
Per saperne di più:
- Leggi su Nature Astronomy l’articolo “Obliquity-driven sculpting of exoplanetary systems“, di Sarah Millholland e Gregory Laughlin