Le associazioni OB sono caratterizzate da una ricca popolazione di stelle massive (di classe spettrale O e B), giovani, e tipicamente disperse su regioni di cielo molto ampie. Mentre queste stelle possono essere facilmente identificate grazie alla loro elevata luminosità, è invece molto complicato selezionare le stelle di piccola massa appartenenti ad associazioni OB. Questo perché, in assenza di evidenti ricchi ammassi stellari, queste stelle sono facilmente confuse con stelle “contaminanti” che si trovano vicine nel cielo, ma non sono associate alla stessa regione. Uno strumento prezioso per l’identificazione delle stelle di piccola massa di associazioni OB è il satellite dell’Agenzia spaziale europea Gaia. Fornendo misure della distanza e del moto delle stelle osservate con una precisione mai raggiunta finora, infatti, Gaia permette di isolare le stelle appartenenti ad ammassi e associazioni stellari, limitando la contaminazione da parte di stelle di campo.
Scorpius OB2 (Sco OB2) è l’associazione OB più vicina al Sole, con una distanza compresa tra i 400 ed i 530 anni luce, e ricopre un’area enorme nel cielo: duemila gradi quadrati. Si tratta di una regione molto complessa, caratterizzata da un lungo processo di formazione stellare iniziato oltre 20 milioni di anni fa proseguito fino a pochi milioni di anni fa. Nonostante il gran numero di studi pubblicati su Sco OB2, a causa della sua estensione non è mai stato possibile ottenere un censimento completo e omogeneo di tutta la sua popolazione stellare, che permettesse di analizzarne a fondo la formazione ed evoluzione.
Questo stato delle cose è cambiato con l’avvento del satellite Gaia, che nella sua seconda data release contiene preziose informazioni sulla distanza e la dinamica delle stelle lungo tutta l’associazione. Uno studio pubblicato il 13 marzo su Astronomy & Astrophysics, guidato da Francesco Damiani dell’Inaf di Palermo, analizza i dati forniti da Gaia per ottenere il censimento più completo e omogeneo della popolazione stellare di Sco OB2 realizzato finora. Gli autori dello studio – tutti e cinque ricercatori all’Osservatorio astronomico dell’Inaf di Palermo – hanno identificato circa 11mila stelle giovani e oltre 3600 stelle di sequenza principale appartenenti a Sco OB2. Dalla datazione di queste stelle è stato possibile confermare la sequenza di formazione stellare già osservata in questa regione, e rivelare una sua struttura piuttosto complessa, caratterizzata da varie sotto-associazioni.
Uno dei risultati più importanti riguarda l’identificazione di alcune migliaia di stelle che, pur trovandosi a una distanza molto simile a Sco OB2, non sono parte dell’associazione. Questo risultato generale suggerisce che l’evoluzione dinamica di associazioni OB sia comunque sempre dominata dal potenziale gravitazionale della nostra galassia, piuttosto che dal campo generato dalle migliaia di stelle appartenenti all’associazione.
Per saperne di più:
- Leggi su Astronomy & Astrophysics l’articolo “The stellar population of Sco OB2 revealed by Gaia DR2 data“, di F. Damiani, L. Prisinzano, I. Pillitteri, G. Micela e S. Sciortino