Da questa notte Prisma è in orbita intorno alla Terra e i suoi occhi iperspettrali inizieranno presto a osservare il nostro pianeta dandoci indicazioni sul suo stato di salute con dati mai avuti prima. Prisma è un satellite dimostratore dell’Agenzia spaziale italiana e per la sua realizzazione, lancio e ricezione dati sono coinvolte industrie nazionali e numerose Pmi. Per il lancio, avvenuto quando in Italia erano le 2.50 di questa mattina dalla base spaziale europea di Kourou nella Guyana Francese, è stato utilizzato il lanciatore Vega. Ricevuto a Terra il primo segnale di collegamento con il satellite.
Il satellite ora affronterà tre mesi di verifiche che lo porteranno a essere pienamente operativo dalla metà del prossimo giugno. L’intero programma Prisma è costato 126 milioni di euro e avrà notevoli ricadute sia industriali che scientifiche a beneficio di tutti i cittadini del pianeta.
«Prisma ha portato in orbita la capacità del sistema Italia di fare Spazio e rappresenta la prima missione iperspettrale in Europa», ha commentato il commissario straordinario dell’Agenzia spaziale italiana Piero Benvenuti. «Come tale, rappresenta un’occasione unica per lo sviluppo di know how avanzato e per la sperimentazione del contributo innovativo atteso dai dati iperspettrali nel settore delle applicazioni di osservazione della Terra. Prisma, inoltre, assume un ruolo strategico nella prospettiva di una futura missione operativa iperspettrale nell’ambito delle missioni Sentinel del programma europeo Copernicus».
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— Agenzia Spaziale ITA (@ASI_spazio) March 22, 2019
Il satellite Prisma andrà a completare l’offerta attuale nel segmento spaziale di osservazione della Terra dell’Agenzia spaziale italiana – finora essenzialmente basato sui radar ad apertura sintetica della costellazione Cosmo-SkyMed – con un sensore ottico iperspettrale innovativo, in grado di acquisire immagini della superficie terrestre contenenti informazioni sulla composizione chimico-fisica degli oggetti presenti nella scena osservata e quindi di fornire un contributo informativo unico per diverse applicazioni.
Il satellite, una volta operativo, darà un contributo fondamentale al monitoraggio dell’inquinamento e dei cambiamenti ambientali e supporterà la gestione delle risorse naturali e delle emergenze. La tecnologia iperspettrale di cui è dotato Prisma permette, infatti, di vedere più dell’occhio umano e di riconoscere non solo le forme degli oggetti ma anche quali elementi chimici contengono. Ogni materiale ha una propria firma spettrale, una vera impronta digitale: una combinazione unica di colori, detti bande spettrali. La strumentazione elettro-ottica di Prisma è in grado di analizzare questa firma dalla sua orbita a 615 km di altezza, un monitoraggio all’avanguardia che sarà in grado di identificare un oggetto o risalire alle caratteristiche di un’area sotto osservazione.
Prisma, di proprietà dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), rappresenta un’eccellenza derivata dalle capacità scientifica e industriale del nostro paese di fare squadra. Il satellite è stato realizzato da un Raggruppamento temporaneo di imprese, guidato da Ohb Italia, responsabile della missione e della gestione dei tre principali segmenti (terra, volo e lancio), e Leonardo, che ha realizzato la strumentazione elettro-ottica iperspettrale, oltre a diversi equipaggiamenti di bordo, come i sensori d’assetto e il pannello solare. A definire ancor meglio il profilo nazionale è il lancio con il vettore Vega prodotto da Avio, lanciatore dell’Esa ma di concezione e costruzione a prevalenza italiana. Il centro di controllo della missione è stato realizzato da Telespazio (Leonardo 67%, Thales 33%), mentre l’acquisizione e l’elaborazione dei dati avverrà dal Centro spaziale di Matera.
Fonte: comunicato stampa Asi