Il modello di volo del Mars Helicopter Scout della Nasa, il primo drone progettato per volare su Marte, di cui davamo notizia un anno fa, ha recentemente superato tutta la batteria di prove per verificare la sua capacità di volare nelle condizioni marziane. L’elicottero, del peso di 1.8 chilogrammi, potrà ora essere preparato per l’integrazione finale nel rover Mars 2020, che l’agenzia spaziale statunitense sta approntando per il lancio, previsto nel luglio del prossimo anno.
Il piccolo velivolo a guida autonoma, il primo ad alzarsi in volo dalla superficie di un altro pianeta, fungerà da dimostratore tecnologico. Se tutto andrà bene in questa esperienza propedeutica, potranno poi essere progettati apparecchi più pesanti e complessi, da usare soprattutto come ausilio ad altre missioni.
Il primo ostacolo posto dalle condizioni climatiche marziane è la temperatura, i cui picchi notturni possono raggiungere i 90° centigradi sotto zero nelle zone dove è previsto operare l’elicottero. Per questo motivo, una parte dell’energia della piccola batteria sarà utilizzata per scaldare le parti vitali del velivolo.
Ma per un aeromobile lo scoglio maggiore è certamente rappresentato dalla bassa densità atmosferica marziana, solo un centesimo di quella terrestre. Per provare la capacità di volo dell’elicottero marziano in tale rarefatta atmosfera, i tecnici della Nasa hanno utilizzato il Simulatore Spaziale al Jet Propulsion Laboratory (Jpl) di Pasadena, in California.
Si tratta di una speciale camera cilindrica a tenuta, grande oltre sette metri e mezzo, dentro alla quale prima è stato prima creato il vuoto, estraendo l’azoto, l’ossigeno e gli altri gas che compongono l’aria; poi iniettata la giusta quantità di anidride carbonica, componente principale dell’atmosfera marziana.
«Portare il nostro elicottero in un’atmosfera estremamente rarefatta è solo una parte della sfida», ha detto Teddy Tzanetos, responsabile dei test per l’elicottero marziano al Jpl. «Per simulare veramente il volo su Marte dobbiamo togliere due terzi della gravità terrestre, perché la gravità di Marte è più debole in tale misura».
I tecnici hanno risolto questo aspetto grazie a un sistema di scarico della gravità, in pratica una bretella motorizzata che sottrae all’elicottero due terzi del suo peso. Alla fine, un piccolo innalzamento di soli 5 centimetri dal pavimento del Simulatore Spaziale ha fornito tutti i dati di controllo richiesti, permettendo di confermare che l’elicottero marziano è abile per la sua missione.
«La prossima volta che voleremo, voleremo su Marte», ha commentato MiMi Aung, project manager del Mars Helicopter al Jpl. «Mentre osservavo il nostro elicottero messo alla prova nella camera del Simulatore Spaziale, non ho potuto fare a meno di pensare ai veicoli storici che sono stati lì dentro in passato: dalle sonde Ranger Moon ai Voyagers e a Cassini, nonché ogni rover marziano che abbia mai volato. Vedere il nostro elicottero lì dentro mi ha fatto sentire che anche noi siamo sulla buona strada per scrivere un piccolo pezzo di storia dello spazio».
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