È un mosaico dell’universo remoto. Una spettacolare immagine frutto dello shooting fotografico dell’universo lontano che documenta 16 anni di osservazioni del ventinovenne telescopio spaziale Hubble. A comporlo è stato il team internazionale coinvolto nel progetto Hubble.
La stupefacente immagine si chiama Hubble Legacy Field. E non è una immagine qualsiasi. Contiene circa 265mila galassie vecchie fino a 13,3 miliardi di anni – dunque risalenti ad appena 500 milioni di anni dopo il Big Bang. Ma se pensate che bastino questi numeri per definire l’immagine strabiliante, be’, vi sbagliate. Dovete ancora considerare la gamma di lunghezze d’onda che hanno contribuito a crearla: dall’ultravioletto al vicino infrarosso, catturando tutte le caratteristiche dell’assemblaggio delle galassie nel tempo, con quelle più lontane caratterizzate da una luminosità apparente che non arriva a un decimiliardesimo di quella percepibile dai nostri occhi.
E non è finita, c’è la ciliegina sulla torta – quella rimasta dopo il compleanno del telescopio, festeggiato il 24 aprile scorso: il mosaico è stato ottenuto combinando le più importanti survey di campo profondo (deep field, in inglese) che Hubble abbia mai compiuto, le osservazioni dell’universo più remoto, là dove giacciono le galassie primordiali, quelle più interessanti per misurare le dimensioni e l’età dell’universo e testare le teorie sulla sua origine. Quella del 1995, nella quale Hubble catturò diverse migliaia di galassie mai viste prima. La spettacolare Hubble ultra deep field del 2004, nella quale ha rilevato quasi diecimila galassie in una singola immagine. Per finire con l’extreme deep field del 2012, ottenuta a sua volta combinando dieci anni di osservazioni di una porzione di cielo all’interno del campo visivo originale di Hubble. Insomma, un “libro di storia”: il più grande e completo delle galassie nell’universo.
Un ritratto creato a partire da un album di immagini ottenute da quasi 7500 esposizioni individuali – il primo della serie Hubble Legacy Field – che comprende il lavoro collettivo di 31 programmi Hubble portati avanti da diversi gruppi di ricerca, e che conferma Hubble la macchina del tempo per eccellenza dell’astronomia.
«Ora che ci siamo allargati rispetto alle survey precedenti, stiamo raccogliendo molte più galassie distanti in questo che è il più grande insieme di dati di questo tipo mai prodotto», dice Garth Illingworth, leader del team che ha creato il mosaico. «È un’immagine destinata a restare insuperata fino a che non verranno lanciati i futuri telescopi spaziali come il James Webb».
Guarda il servizio video su MediaInaf Tv: