Chi aveva gli occhi puntati sull’eclissi totale di Luna dello scorso gennaio ha assistito a sorpresa a un evento molto raro: un brevissimo flash luminoso generato da una meteorite che ha impattato la superficie della Luna proprio durante il fenomeno. Quattro ricercatori spagnoli – José Maria Madiedo dell’Università di Huelva, José Ortiz, Nicolàs Morales e Pablo Santos-Sanz dell’Istituto di astrofisica dell’Andalusia – hanno analizzato il flash e cratere, lungo fino a quindici metri, prodotti dall’impatto, riuscendo a ottenere alcuni dei parametri dell’evento. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.
Il flash sulla superficie lunare, visibile a occhio nudo e poi attribuito dagli astronomi all’impatto di una meteorite, è stato osservato alle 5:41 ora italiana, subito dopo l’inizio della fase di totalità. Madiedo e Ortiz hanno studiato il fenomeno tramite Midas (Moon Impacts Detection and Analysis System) – un sistema di otto telescopi installati nel sud della Spagna e dedicati al monitoraggio della superficie lunare. Il flash dell’impatto è durato 0,28 secondi e nonostante i numerosi tentativi precedenti, è la prima volta in assoluto che un fenomeno di questo tipo viene filmato durante un’eclissi lunare.
Al contrario della Terra, la Luna è priva di un’atmosfera che la protegga da piccoli corpi rocciosi diretti verso la sua superficie. Poiché questi impatti avvengono ad altissime velocità, il materiale roccioso si vaporizza istantaneamente sul sito dell’impatto, producendo un’estesa coltre di polvere la cui luminosità può essere percepita dal nostro pianeta come, appunto, un breve flash luminoso.
I telescopi Midas hanno osservato il flash dell’impatto a diverse lunghezze d’onda, riuscendo ad analizzare l’evento da diversi punti di vista. Gli autori dello studio hanno potuto stimare che la roccia impattante avesse una massa di circa 45 chilogrammi, misurasse dai 30 ai 60 centimetri di diametro e abbia impattato la superficie alla velocità di 61mila chilometri orari. Il sito dell’impatto si trova non lontano dal cratere Lagrange H. I due scienziati hanno stimato che l’energia dell’impatto sia equivalente a quella generata da una tonnellata e mezzo di tritolo, potenza sufficiente a creare un cratere di quindici metri, circa la dimensione di due autobus di fila. La polvere emessa ha un picco stimato di temperatura di 5400 gradi, cioè circa quella della superficie del Sole.
«Sarebbe impossibile riprodurre queste condizioni in un laboratorio terrestre», dice Madiedo. «Osservare i flash generati dall’impatto ci dà la possibilità di capire cosa accade quando una meteorite collide con la Luna».
Il gruppo di ricerca continuerà a monitorare gli impatti delle meteoriti sulla superficie lunare, anche per capire che tipo di rischio rappresenterebbero per gli astronauti, considerato che ci stiamo preparando per il ritorno dell’Uomo sulla Luna nel prossimo decennio.
Per saperne di più:
- Leggi su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society l’articolo “Multiwavelength observations of a bright impact flash during the January 2019 total lunar eclipse”, di J. M. Madiedo, J. L. Ortiz, N. Morales e P. Santos-Sanz.
Guarda il video prodotto dai quattro ricercatori in occasione della pubblicazione dell’articolo: