Ecco un prima e dopo lo schianto sulla Luna della navicella spaziale israeliana Baresheet avvenuto lo scorso 11 aprile. L’ambiziosa missione della SpaceIL è partita verso il nostro satellite naturale il 22 febbraio. Obiettivo: il sito vulcanico denominato Mare Serenitatis, un luogo sicuro dove atterrare, senza troppi ostacoli naturali, pianeggiante, pochi crateri profondi, poche rocce. Quella che doveva essere una “passeggiata” si è rivelata invece un brusco atterraggio.
La sonda della Nasa Lunar Reconnaissance Orbiter (Lro) è passata a 90 chilometri di distanza dal sito dello schianto il 22 aprile scattando queste immagini (11 prima e 3 dopo l’impatto). Colpisce subito un segno scuro sul terreno, come l’impronta che i pneumatici delle auto lasciano sull’asfalto durante le brusche frenate. In questo caso però, il segno è largo 10 metri. Attorno alle macchie scure si vedono zone più chiare e luminose, probabilmente dovute al gas associato all’impatto o alle particelle di terreno molto sottili che rendono l’area altamente riflettente.
Si tratta davvero di un cratere creato dalla sonda, o è invece un cratere da impatto meteorico? Analizzando le immagini scattate prima dell’arrivo di Baresheet e dai dati raccolti da Lro, sono molti gli indizi secondo i quali stiamo effettivamente osservando un cratere artificiale invece che uno causato da un meteorite.