È un premio che conviene tenere d’occhio. Nel giugno 2017 lo vinsero Rainer Weiss, Kip Thorne e Barry Baris. Pochi mesi più tardi vennero insigniti tutti e tre del Nobel per la Fisica, per la prima rivelazione delle onde gravitazionali. Non capitò solo con loro, c’è un precedente: un altro premio Nobel, Arthur McDonald, scelto dalla giuria di Stoccolma nel 2015 per il suo lavoro sui neutrini, già due anni prima, nel 2013, aveva anch’egli ricevuto il Giuseppe and Vanna Cocconi Prize. Insomma, insieme alla medaglia, al diploma e alla somma in denaro che lo accompagnano, il Premio Giuseppe e Vanna Cocconi per l’astrofisica particellare e la cosmologia – istituito nel 2011 in onore dei due fisici italiani del Cern e assegnato ogni due anni dalla European Physical Society (Eps) – concede a chi lo vince il diritto di sognare ancora più in grande.
E a vincerlo, quest’anno, sono le collaborazioni internazionali dei telescopi spaziali WMap della Nasa e Planck dell’Esa. “Per aver fornito misure di alta precisione delle anisotropie di temperatura e di polarizzazione del fondo cosmico a microonde”, si legge nell’annuncio pubblicato oggi sul sito della Eps, “portando a una conoscenza dettagliata delle proprietà dell’universo e a verifiche di modelli cosmologici e di fisica fondamentale”.
«A oltre cinque anni dal termine della missione, Planck continua a produrre eccellenti risultati scientifici e a stimolare possibili nuovi scenari per il modello cosmologico standard», dice a Media Inaf Reno Mandolesi, associato Inaf e principal investigator dello strumento per le basse frequenze (Lfi) di Planck. «Un esempio è l’attuale tensione sul valore della costante di Hubble misurata da Planck e da altre osservazioni astrofisiche, che potrebbe condurre a nuove frontiere. I dati Planck costituiscono il più completo database di riferimento per i futuri esperimenti di Cmb. Planck non è solo una fabbrica di scienza che rimarrà attiva per molti anni a venire, ma anche una missione che continua a ricevere prestigiosi riconoscimenti internazionali. Con questo odierno, il “Giuseppe and Vanna Cocconi Prize”, siamo giunti a quota undici, ed è per tutti noi una grande soddisfazione».
La cerimonia di consegna avverrà il prossimo 15 luglio a Ghent, in Belgio, durante il convegno sulla fisica delle alte energie della European Physical Society.