Diverse come se appartenessero a due corpi diversi. Parliamo delle due facce della Luna, le cui differenze da anni interrogano gli scienziati. Il lato nascosto (cioè quello che non vediamo) è profondamente segnato da numerosi crateri, mentre quello sempre rivolto in sincrono verso la Terra presenta dei bacini più ampi. Perché? Una delle ultime teorie la troviamo su uno studio pubblicato sul Journal of Geophysical Research: Planets.
I ricercatori affermano che, agli albori del Sistema solare, un pianeta nano ribelle (o magari un grande asteroide) si scontrò con la Luna provocando schiaccianti differenze tra le due metà del satellite naturale. Secondo Meng Hua Zhu, primo autore dello studio per lo Space Science Institute dell’Università della Scienza e della Tecnologia di Macao, l’impatto risalirebbe a quando la Luna aveva già una solida crosta.
I ricercatori hanno utilizzato dati del 2012 raccolti dalla missione Gravity Recovery and Interior Laboratory (Grail) e ben 360 simulazioni computerizzate per testare differenti scenari da impatto. Il miglior candidato è risultato un corpo dal diametro di circa 780 chilometri arrivato a colpire la Luna a una velocità di 22.500 chilometri all’ora. Dobbiamo pensare a oggetto leggermente più piccolo del pianeta nano Cerere che viaggiava a circa un quarto della velocità dei frammenti di meteorite e dei granelli di sabbia che si trasformano in “stelle cadenti” nell’atmosfera terrestre. Un secondo candidato misurerebbe 720 chilometri e sarebbe però un po’ più veloce: 24.500 chilometri all’ora.
L‘impatto avrebbe liberato una grande quantità di materiale che sarebbe poi ricaduto sulla superficie della Luna, seppellendo con i detriti la crosta primordiale del lato nascosto per 5 o 10 chilometri. Questo è lo strato aggiunto di crosta rilevato sul lato nascosto da Grail.
Le novità non finiscono qui: l’impatto spiegherebbe anche perché tra la Terra e la Luna ci sono diverse abbondanze degli isotopi di potassio, fosforo e terre rare (come tungsteno-182). Si tratta di elementi che potrebbero essere stati portati dal devastante impatto.
Per saperne di più:
- Leggi su Journal of Geophysical Research: Planets l’articolo “Are the Moon’s nearside‐farside asymmetries the result of a giant impact?” di Meng‐Hua Zhu, Kai Wünnemann, Ross W.K. Potter, Thorsten Kleine e Alessandro Morbidelli
Correzione del 22.05.2019: gli isotopi dell’ultima frase sono sono stati portati – e non formati, come erroneamente scritto nella prima versione – dall’impatto.