Una delicata missione spaziale ha portato sana e salva l’astronauta Valentina Kernan, della civiltà aliena nota come kerbal, su Duna, un pianeta per certi versi simile a Marte. Intanto una seconda missione, completa di diversi satelliti di comunicazione per non perdere mai il contatto con il rover esplorativo, ha portato un altro team kerbal a indagare da vicino Laythe, una luna del pianeta Jool.
No, non abbiamo scoperto vita intelligente e in piena espansione spaziale a due passi dal Sistema solare. Si tratta di alcuni dei lavori vincitori del progetto Cosmo Explorers, la cui cerimonia di premiazione, condotta da Marco Berry, si è tenuta ieri, mercoledì 22 maggio, presso l’Altec, azienda aerospaziale di Torino.
Cosmo Explorers è un progetto rivolto a studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado di tutta Italia, finanziato dal Miur e realizzato da Infini.to – Planetario di Torino in collaborazione con gli osservatori Inaf di Brera, Bologna e Capodimonte (NA).
I ragazzi partecipanti devono progettare missioni spaziali utilizzando il videogioco Kerbal space program e affrontando tutte le sfide di un vero team di progettisti: dalla fisica, al budget, alla raccolta dati. Tutto verosimile dunque, tranne l’ambientazione: invece di partire dal pianeta Terra, si parte dal pianeta Kerbin, e gli obiettivi delle missioni sono pianeti e lune di questo sistema solare di fantasia.
Per la categoria delle scuole secondarie di primo grado, si è aggiudicato il primo posto il nutrito gruppo di 70 studenti dell’Istituto Don Bosco di Cumiana (TO). Pari merito al secondo posto i gruppi dell’Istituto Comprensivo di Govone (CN) e di Vistrorio (TO).
Per la categoria delle scuole secondarie di secondo grado, il primo posto è stato assegnato al gruppo costituito da Michele Dicorato, Massimo Gentile, Chiara Collevecchio, Mattia Pisciella del Liceo Saffo di Roseto degli Abruzzi (TE). Al secondo posto, pari merito, il gruppo costituito da Matteo Bonacini, Alessandro Bedogni, Riccardo Rispoli, Benedetto Rucci, Michelangelo Stasi del Liceo Ariosto-Spallanzani di Reggio Emilia e il gruppo costituito da Antonio Toppi, Alessandro Marigliano, Pasquale Di Costanzo, Antonio Allocca dell’Itis Majorana di Somma Vesuviana (NA).
Il premio in palio è molto ambito dai ragazzi che hanno partecipato con tutto il loro entusiasmo a una gara così insolita e impegnativa: oltre a ricevere dei kit didattici di robotica educativa, con cui continuare a divertirsi programmando, i vincitori avranno la possibilità di seguire uno stage presso l’Altec. Avranno quindi la possibilità di visitare le varie aree della struttura, come la sala di supporto alla Stazione spaziale internazionale o la sala di controllo del rover di ExoMars, e l’occasione straordinaria di confrontarsi sul futuro delle missioni spaziali con i professionisti che le progettano.
Il progetto Cosmo Explorers è un bell’esempio di didattica innovativa e un nuovo approccio al potenziamento delle discipline Stem nella didattica tradizionale. «Una delle frontiere della didattica è quello di sviluppare la capacità di risolvere dei problemi dello studente e allo stesso tempo interessarlo alla parte scientifica di un problema», spiega Sandro Bardelli, astronomo all’Osservatorio di astrofisica e scienza dello spazio dell’Inaf di Bologna e membro della commissione giudicante. «Chiaramente i videogiochi sono familiari ai ragazzi, che passano molto tempo alle console. Quindi perché non usare un videogioco per organizzare una missione spaziale con tutte le conoscenze scientifiche, tecniche e di budget economico che implica? Aggiungendo il divertimento di avere a che fare con strani astronauti – Jebediah, Valentina e Mike Kernan – di un mondo di fantasia – Kerbin – che seguono preoccupati le fasi della loro missione».
Circa mille studenti hanno partecipato al progetto Cosmo Explorer. E circa cento sono stati gli insegnanti coinvolti. Gli organizzatori della gara hanno infatti preparato anche i docenti, affinché seguissero i propri studenti nella progettazione. «Per prima cosa abbiamo tenuto dei corsi di aggiornamento agli insegnanti, che hanno dovuto scontrarsi (loro sì) con la realtà dei videogiochi applicati alla scienza», racconta Agatino Rifatto, dell’Osservatorio astronomico di Capodimonte dell’Inaf, anch’egli parte della commissione. «Poi è toccato agli insegnanti trasmettere quello che hanno imparato gli studenti, che hanno risposto con entusiasmo. Chi non ha vinto ha comunque potuto far valere l’esperienza come alternanza scuola lavoro».
Guardando le facce soddisfatte di questi giovani progettisti spaziali non si può fare a meno di chiedersi: dopo aver portato nello spazio i kerbal Jebediah, Valentina e Mike, qualcuno di loro riuscirà, un giorno, a guidare un equipaggio di terrestri?