Si chiama European Astrobiology Institute e viene inaugurato domani, mercoledì 29 maggio, in Repubblica Ceca, a cinquanta chilometri da Praga, nella splendida cornice del Castello Boemo di Liblice progettato dall’architetto italiano Giovanni Battista Aliprandi a fine del 1600. Alla conferenza di apertura – della durata di tre giorni, da oggi al 30 maggio – parteciperanno migliori studiosi del campo, provenienti da tutto il mondo, per confrontarsi sulle domande più spinose dell’astrobiologia: quando si è formata la vita sulla Terra? Come si è formato il sistema Solare e come si evolverà in futuro? E ancora: c’è vita su altri corpi celesti? Tra gli speaker, oltre all’esperto di atmosfere esoplanetarie Svatopluk Civiš, a battezzare ufficialmente il nuovo istituto sarà presente, durante la cerimonia d’apertura, anche John Robert Brucato dell’Inaf di Arcetri. Oltre agli scienziati delle diverse discipline coinvolte, non mancheranno scrittori di fantascienza, filosofi e professionisti della comunicazione scientifica.
Le grandi domande sull’origine della vita, sull’evoluzione del Sistema solare e sulla probabilità dell’esistenza di vita aliena esercitano e hanno sempre esercitato un indiscutibile fascino non solo per gli scienziati ma per l’umanità intera. Sono altresì domande alle quali non si può pensare di rispondere partendo da un’unica disciplina e nemmeno dalle “piccole” comunità di ricercatori esistenti nei diversi paesi europei. Questo tipo di ricerca ha bisogno di un coordinamento adeguato dei tanti ricercatori coinvolti, di diversi paesi e appartenenti a una vasta gamma di discipline, dalla fisica alla astronomia, dalla chimica alle scienze planetarie, geologiche e biologiche.
Questo è il motivo per cui i membri di un buon numero di enti di ricerca europei hanno deciso di fondare un istituto europeo di astrobiologia, lo European Astrobiology Institute (Eai), appunto. Così da garantire all’Europa un ruolo di primo piano in questo campo. L’Eai sarà un istituto virtuale – nessuna sede fisica e un’amministrazione snella – ma metterà insieme i centri di ricerca e i ricercatori stessi da tutta Europa per collaborare nel modo più efficace possibile.
«Molti enti di ricerca, europei e non, hanno mostrato un enorme interesse per l’Istituto», dice Wolf Geppert, segretario scientifico ad interim del Consiglio dell’Eai. «Siamo felicissimi di celebrare finalmente la nascita dell’istituto alla presenza di così tanti colleghi e colleghe da ogni parte d’Europa, e di farlo da un luogo nel quale è nato il pensiero di due grandi pionieri dell’innovazione astronomica, Johannes Kepler e Tycho Brahe».
L’Istituto nazionale di astrofisica è uno degli enti proponenti alla guida del neonato istituto. “L’Inaf ha da sempre avuto un ruolo attivo nell’astrobiologia: dalla fondazione, oltre dieci anni fa, della Società italiana di astrobiologia e la partecipazione a vari programmi europei di ricerca e didattica in questo campo», ricorda a Media Inaf John Robert Brucato, portavoce e rappresentante dell’Inaf presso l’Eai. «La ricerca della vita nello spazio non può che essere legata all’esplorazione del Sistema solare, alla ricerca di pianeti extrasolari e allo studio della chimica del mezzo interstellare, tematiche in cui l’Inaf è leader internazionale. Insieme ai più grandi istituti di ricerca europei, siamo uno dei core member dell’Eai: una grande famiglia con la quale poter affrontare i grandi temi della ricerca moderna».
L’Eai avrà anche un altro compito istituzionale molto importante: portare direttamente al grande pubblico, tramite la divulgazione e la didattica nelle scuole, la conoscenza dei temi propri dell’astrobiologia, e in particolare della vita extraterrestre. In un mondo in continuo cambiamento, segnato da sfide tecnologiche e scientifiche sempre crescenti, è importante porsi come fonte d’ispirazione affinché i giovani intraprendano carriere nel campo delle cosiddette Stem (Science, Technology, Engineering, Mathematics), cioè le discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche.