Un disco scuro (la Luna) che si frappone tra la Terra e la nostra stella, oscurandola temporaneamente. Questa è, in modo modo molto semplicistico, la definizione di eclissi solare. Un fenomeno ricorrente – tre volte nel solo 2019, anche se mai visibile dall’Italia – che oggi è facilmente documentabile con fotocamere e videocamere professionali. Potremmo pensare di essere fortunati a vivere in un periodo storico in cui tutto si può filmare, eppure già più di un secolo fa fu possibile catturare immagini in movimento di un’eclissi di Sole totale. Parliamo del 28 maggio 1900. Cosa successe quel giorno da poco riportato alla luce?
Nevil Maskelyne, un illusionista britannico nonché cineasta (tra i pionieri del settore), riuscì a filmare l’eclissi durante una spedizione della British Astronomical Association in North Carolina (Stati Uniti). Si tratta del secondo tentativo di Maskelyne nel catturare in movimento un’eclissi solare: ci aveva provato anche due anni prima, nel 1898, in India, ma durante il viaggio di ritorno gli venne rubata la pellicola.
Il filmato, oggi restaurato in 4K dal British Film Institute e dalla Royal Astronomical Society, è uno straordinario esempio di ingegno umano, oltre che di fortuna: per catturare l’evento, Maskelyne dovette realizzare uno speciale adattatore telescopico per la sua macchina fotografica.
Appassionato di cinema, Maskelyne si autoproclamò investigatore scientifico di magia, illusioni, spiritualismo e altri fenomeni simili. Affascinato dall’astronomia, presto divenne membro della Royal Astronomical Society. Il suo scopo era quello di dimostrare che il cinematografo, nato da pochissimi anni, poteva essere utilizzato per il progresso della scienza, e non solo come forma popolare d’intrattenimento.